sabato 21 gennaio 2012 7 commenti

A proposito dei forconi...

Essendo ancora in grado di intendere e di volere, avendo fino a prova contraria l'opportunità di esprimere le mie considerazioni personali in merito a quanto accade intorno a me, vorrei rendere chiaro ed esplicito il mio dissenso nei confronti del "Movimento dei Forconi".
Nonostante i motivi delle agitazioni e dei disordini siano condivisibili, i dubbi e le perplessità che circolano intorno alla natura dell'organizzazione sono altrettanto degni di nota. 
Il malcontento comune, i disagi e le buie prospettive future non possono distogliere lo sguardo dalla decenza e dal rispetto delle altrui libertà. Non voglio coinvolgere le illazioni pesanti che sono state fatte da coloro che stanno osservando da vicino la situazione, ma se a supporto delle maldicenze comuni arrivano i fatti a confermarne l'evidenza, è chiaro che non c'è altra via se non la condanna.
Tenendo ben presente che all'interno del Movimento c'è gente che realmente si sente schiacciata dal peso della crisi finanziaria, è d'obbligo ricordare che il malcontento generale, qualora non domato dal senno, rischia di peggiorare ulteriormente la situazione.
L'economia siciliana (che di certo non può vantare risultati paragonabili nemmeno lontanamente a quelli dei propri colleghi settentrionali), basata sull'agricoltura, sul turismo e sul potere produttivo delle proprie industrie, rischia di essere pericolosamente seviziata dal blocco regionale imposto dal Movimento.
Ostacolare il corretto funzionamento della macchina commerciale e lavorativa siciliana, nonostante le buone intenzioni, impedisce la  consueta circolazione di capitale all'interno della Sicilia stessa, creando disagi non direttamente a coloro che vengono identificati come i fautori della crisi, ma paradossalmente agli stessi cittadini.
Sono altrettanto discutibili i metodi utilizzati da alcuni manifestanti, tutt'altro che memori del rispetto degli altrui diritti e delle altrui libertà. A queste tristi dicerie si affiancano gli oltraggiosi fatti testimoniati da coloro che hanno dovuto subire le minacce di quanti, in nome della manifestazione, hanno imposto lo sciopero delle attività commerciali.
Impedire o anche solamente boicottare l'acquisto dei beni di prima necessità è fuori d'ogni logica. Gli scioperi, storica arma utilizzata dal popolo per far sentire la propria voce, non devono e non possono limitare la libertà del prossimo o di chi fondamentalmente vive lo stesso malessere di coloro che lottano per i medesimi diritti negati.
Il tricolore bruciato, i modi coercitivi utilizzati in nome della legge del Movimento, l'ombra di Forza Nuova e dei partiti d'estrema destra, le delinquenziali e irrispettose azioni nei confronti di chi, con ragionevole visione della propria situazione economica, avrebbe voluto continuare a svolgere il proprio lavoro, rendono la rivolta losca e degna di biasimo.
Mi dispiace offendere le buone intenzioni di coloro che hanno realmente bisogno di questa sollecitazione di Popolo, ma è evidente che qualcosa non sta andando per il verso giusto e che si rischia di indirizzare i malcontenti generali verso strade che, temo, possano essere tutt'altro che benefiche.
Aggiungo che "Questi continui scioperi, queste continue agitazioni producono una inquietudine all'interno, in tutti coloro che si occupano di imprese e debbono rischiare i loro depositi all'estero, e questa inquietudine viene esagerata anche attraverso le trasmissioni di stampa che parlano di un Paese incerto che sta sulle onde e che non trova l'«ubi consistam», una posizione tranquilla per il suo sviluppo" (Alcide De Gasperi).
Di certo quando il lavoro scarseggia e si creano scenari così finanziariamente delicati, è difficile pensare a "cosa potrebbero dire gli altri". Ma è un monito da considerare e il rischio che qualcuno dall'alto del suo palazzo di cristallo possa lasciarci a secco e affondarci per la nostra cattiva condotta non è così remoto.
E' vero. Il mio è il parere distaccato e disinteressato di chi ha il culo al caldo sulla propria sedia. E' il parere di chi sta sveglio fino alle 3.00 di notte perché è evidente che la mattina non deve andare a lavorare per sfamare nessun pargolo. E' il parere di chi è 24 ore su 24 profondamente inutile per il proprio presente e, soprattutto, per il proprio futuro. Avrei potuto avere un'altra considerazione del fenomeno in corso se avessi constatato direttamente gli effetti della crisi. Però, adesso, è questo ciò che sento di dire. Spero vivamente che il Movimento dei Forconi, nonostante le perplessità e il cattivo modo d'agire, possa fare abbastanza da permettermi di rivalutare le mie posizioni...
Per il momento, permettetemelo, mi sento un po' schifato dalle mie origini e dalle radici che in questa terra mi sono state piantate...

giovedì 19 gennaio 2012 2 commenti

Antica pasticceria "Umanità" - da 4,54 miliardi di anni...

Giusto qualche giorno fa, sempre andando in campagna, ho potuto constatare quanto schifosamente opportunisti siano i gatti. Prima che qualcuno possa lamentarsi aggiungo "alcuni gatti". Quelli miei lo sono.
Sentono l'auto arrivare, felicissimi si piazzano dietro il cancello aspettando che io scenda. Una in particolare, una gatta morta, una nera, zoccola gatta di facili costumi, miagola delicatamente, quasi sensuale, come una donna col reggicalze in bella vista per l'anziano facoltoso in fin di vita. E' evidente che anche lei s'aspetta qualcosa da me. Altri due gatti se ne stanno indietro, sempre felici, ma guardano la scena rivoltante da lontano, quasi pensando "è una sfacciata, ma gioca bene le sue carte".
Queste tre canaglie sanno che tutte le volte che si va in campagna beccano qualche avanzo di carne o di pesce. Scendo dall'auto. Mani vuote. La troia, scusate, se ne accorge. Smette di miagolare e fa qualche piccolo passo indietro. Gli altri due fermi, temporeggiano. Apro il cancello, mani sempre più vuote. I due dietro iniziano ad andarsene. Quella di facili costumi prima mi lancia un'occhiata, rapida, poi si gira e mi dà le spalle (per non dire il culo). Ciondola e va via pure lei, lasciandomi come un ebete che crede di essere importante per qualcuno. Volevano la loro fetta di torta i gatti di campagna mia, non l'hanno avuta e si sono indignati.
Ultimamente, da circa 4,54 miliardi di anni, sono in tanti a volere la propria fetta di torta. Siamo in tanti a volercela tagliare,  quasi 7 miliardi, ed è comprensibile. E' evidente che non sono solo gli uomini a volere la propria fetta di torta; anche gli animali, le piante o qualsiasi altro essere vivente che possieda un briciolo di "spirito di sopravvivenza" cerca di prendere il suo pasticcino. Trovare un essere vivente senza "spirito di sopravvivenza" è granché difficile. Vivente, vivenza, vivente, vivenza, vivente, vivenza. Sono condizioni necessarie.
E' anche comprensibile, Darwin se ne accorse. A fare il lavoro sporco ci penserà la selezione naturale che, differenziando gli abili dagli incapaci e i furbi dagli inetti, opererà una prima distribuzione, anche se indicativa, di fette di torta. Nonostante alcuni possano essere incapaci ed inetti, anche loro si accorgeranno che la torta sta per finire e il loro "spirito di sopravvivenza" suonerà il campanello d'allarme. Cercheranno quindi coi denti e coi forconi di raggiungere il tanto agognato pasto, portandosi dietro inettitudine ed incapacità, elementi particolarmente rischiosi.
Se è già abbastanza difficile discernere fra bene e male quando in palio c'è una dolce fetta di torta, figuriamoci se l'ignoranza dovesse prendere il sopravvento. Scenari orribili, macabre lotte e sanguinari eventi prenderebbero vita in nome della sopravvivenza.
Ultimamente, escludendo la parentesi dell'ignoranza, sono in tanti a volersi ritagliare la propria, personalissima fetta. Non che prima non sia successo, ma che volete, sono del '91, mi manca un bel pezzo di storia. "Studiala!". E' inutile, tanto è così gentile da ripetersi.
In Sicilia, qui da me, molti sono arrivati al dolce. Prima gli era stato offerto da delinquenti, tanti delinquenti, molti delinquenti, troppi delinquenti. Ma, come si dice, i delinquenti te li ritrovi e i governatori te li scegli. E noi? Votiamo Cuffaro. E poi Lombardo. Ma il dolce è arrivato, va bene così. 
Adesso, purtroppo, le razioni iniziano a scarseggiare. Chi ha preso il dolce è contento e chi vede sparire la propria fetta di torta si indigna. Magari col nuovo governo, magari con Monti, che sta togliendo dalla circolazione così tante fette di torta che l'ipoglicemia è per tutti. E allora via, via con la rivoluzione, puor le gateu. Comprensibile. Forse è un po' meno comprensibile il fatto che si debba per forza distruggere le vetrine di chi questo sciopero non lo vuole o che accoltellare sia un mezzo di persuasione. Ma fa anche questo parte del gioco. Un po' meno comprensibile anche che Scilipoti capeggi l'avanzata, ma ci si accontenta. "Questo avevamo".
La loro fetta di torta la vogliono, giustamente, pure i tassisti. Vedono sparire il monopolio, vedono l'ombra della concorrenza dei prezzi e il loro piatto con il dessert viene lentamente portato via. Protesta.
La loro fetta di torta la vogliono, giustamente, pure i farmacisti. La loro fetta di torta la vogliono, giustamente, pure i benzinai. La loro fetta di torta la vogliono, giustamente, pure i commercianti.
Vogliono la torta anche i capi di governo, gli assessori, i sindaci, gli artigiani, i presidenti, gli onorevoli, i banchieri, i giornalisti, tutti, tanti, tanti, tanti, tutti quanti, tutti quanti vogliamo la nostra fetta di torta. E come dargli torto? Siamo NATI con questa psicologia, con il chip dello "spirito di sopravvivenza". Poi c'è chi esagera e invece di sopravvivere vive da nababbo, ma questo è un altro discorso. C'è anche chi dichiara d'aver mangiato meno torta di quanta invece gliene abbiano servita, ma questo è un altro discorso. "Chi non ha avuto il dolce?" "Io!", rispose il ciccione dai denti sporchi di cioccolato.
L'importante, questa torta, è riceverla. Ma quanti, Dio mio, quanti pasticceri occorrono? Per quanto tempo saremo all'altezza della situazione? Avremo abbastanza panna? Per sempre?


mercoledì 11 gennaio 2012 5 commenti

Indovina cosa?

Lo appendono al collo i ricconi. No, non è il cappio dopo la bancarotta.
Può essere comprato e/o venduto. No, non è Scilipoti.

E' duttile, tenero, pesante, malleabile, ottimo conduttore d'elettricità e non viene intaccato dall'ossigeno. Dicono si sciolga a contatto con il mercurio (evidentemente ne è profondamente innamorato). E' tuttavia uno sporcaccione, dato che non si accontenta, ed è disponibile a legami extraconiugali anche con rame, ferro, platino, alluminio e bismuto (che non so cosa diavolo sia). 
Viene utilizzato in molteplici ambiti: nella componentistica elettronica, in campo astronautico, a scopo medico-diagnostico, nelle indagini al microscopio, in ambito fotografico, a scopo ornamentale, addirittura in cucina, nello sport e nelle premiazioni.
E' particolarmente abile, infine, a condizionare le nostre vite. Lo fa da millenni. Di che parlo?? Dell'oro!
Spero abbiate indovinato prima di leggere la risposta.
Se non ci siete riusciti vi do un'altra possibilità.

Dunque. Si presentano in genere sotto forma di biglietti composti da fibre di cotone, lino e canapa. Possono essere scambiati in cambio di beni e/o servizi. Permettono al mondo di girare senza problemi sul proprio asse. Chi ne ha tanti è felice; chi non ne ha si accontenta dicendo che "non fanno la felicità". Ingrassano pur essendo privi di calorie. Odorano di muffa e, nonostante siamo noi a spenderli, sono loro a comprarci. Di che parlo??
Delle banconote!
Questa era facile. Non potevate sbagliarla.

Oro e Banconota. Marito e moglie. Il primo è un metallo. Un metallo, un inutile metallo, schifosissimo metallo. Senza alcun senso, cosa vuoi che ci faccia con l'oro? Non posso mangiarlo, non posso giocarci, non posso berlo, non mi sazia, non mi disseta, non mi diverte, è inerte, inutile, freddo blocco di metallo.
Il secondo è un foglio di carta. Carta, carta straccia, puzzolentissima carta. Senza alcun senso. Se ci scrivo sopra non la accettano, non posso mangiarla, non mi sazia, non ha alcun potere, è inanimata, si inzuppa ma non va bene per la colazione, è ottima solamente come combustibile. Prende subito fuoco, ma se per il mio camino uso "La Repubblica", beh, niente di strano. Se uso un cartoccio da 500 euro, forse chiamano la neurodeliri.


Oro e Banconota. Vorrei proprio sapere chi ha deciso che Oro e Banconota dovessero avere valore. Voglio dire, perché non l'acqua? Almeno la bevo, fonte di vita, serve a qualcosa. Perché non la farina? Un piatto di spaghetti, carne, broccoli, cicoria. Quant'è? 20 cicoria. Quant'è? 450 spaghetti. Quant'è? 1000 wurstel.

Ma un metallo, un metallo e un foglio A4. Che cazzo dovrei mai farci? Perché compro con la carta? Perché dovrei comprare con un metallo? E che diavolo vuol dire comprare? Cosa compro?

Ma chi è autorizzato a ridere? Chi è autorizzato a piangere? Chi è autorizzato alla felicità? Chi permette che io debba avere una famiglia, figli, futuro, felicità, cose, casa, sogni ed incubi? Chi lavora? Chi suda? Chi muore? Chi dice che lo spread deve salire? Chi è il mercato? Chi vende? Chi si vende? Chi comanda? Chi si sente in dovere di calpestare le dignità altrui?
Oro e Banconota? Oro e Banconota? Sempre e per sempre? Oro e Banconota? Metallo e carta straccia? Metallo e carta straccia? Metallo e carta straccia? Metallo e carta straccia? Metallo e carta straccia? Metallo e carta straccia? Metallo e carta straccia? Metallo e carta straccia?
Ma l'inanimato può animare l'animato? E l'animato può diventare inanimato per mano dell'inanimato? 
Ma è proprio tutto Oro e Banconota? Ma la speranza sono Oro e Banconota? Ma devo studiare per Oro e Banconota? Ma devo crescere per Oro e Banconota? 
E quante cose sono Oro e Banconota? E senza Oro e Banconota?
Un foglio A4 e un metallo... Ma non eravamo persone...?

E' così che va...


 
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