venerdì 22 giugno 2012 4 commenti

INFERNO - CANTO XXXVIII

TEMPO: 22 Giugno 2012

LUOGO: Inferno. Girone degli esodati. In partenza dall'Isola del Lavoro, decine (o centinaia?) d'anime vengono accompagnate dal traghettatore Fornero all'ufficio INPS nell'isolotto di fronte. Un fiume di lacrime e sangue divide il loro eterno supplizio dalla redenzione, rendendo ardua la traversata...

COLPA: Mancato raggiungimento dell'età pensionabile.

PENA: Contrappasso per analogia. Come in vita videro la loro pensione allontanarsi per il decreto, in eterno l'ufficio INPS si sposterà lontano da loro, impedendo l'attracco. A lungo saranno quindi costretti a remare attendendo invano la fine della traversata...

Arrivati che fummo nel Lavoro,
isola d'anime ansiose piena,
chiesi timoroso a uno di loro:

«Ch'attendete con tale buona lena?»
rispuosemi così vecchio barbuto:
«Passar a la pension è nostra pena».

Ed ecco verso noi venir un bruto
nocchiero il cui nome fe' Fornero
a caricar anime par venuto.

«Siate lesti, stavolta per davvero,
l'INPS innanzi a voi raggiungeremo!»
e salimmo, con speme nel pensiero.

Con foga Fornero spinse lo remo,
fra lagrime e sangue navigando
un fiume che rimembrar ancor temo.

Ma l'INPS che l'anima va bestemmiando
all'occhi vicina s'inganna lontana,
e l'arrivo nessuno sa dir quando.

Etterno supplizio quella puttana
causò all'anima dell'esodati
con il suo parlare da ciarlatana.

In un limbo poveri pensionati
attesero la fine di quell'anni
che via li portasse, lor sciagurati.

Ma in vita fu fessa a tal danni...
giovedì 14 giugno 2012 8 commenti

I cartoni animati e il genio Groening

Nonostante possa sembrare un argomento insolito da affrontare, vi assicuro che molti e interessanti saranno gli spunti di cui servirsi per far nascere un post fruttuoso.
La storia dei cartoni animati è piuttosto lunga e non sono abbastanza anziano da poter dire di conoscerla tutta quanta. Diciamo che la fervida immaginazione dell'uomo ha posto le basi per la moderna animazione che noi tutti conosciamo sin dai tempi delle prime pitture rupestri. Non che fossero animati, ovviamente, ma è innegabile che avessero in comune la stessa rappresentazione di un susseguirsi di immagini ed eventi che permettessero il passaggio dalla staticità al movimento, tentando di suscitare nell'osservatore il senso dell'azione.


Il tempo ed il progresso hanno poi permesso alle tecniche di perfezionarsi fino a raggiungere, sempre tramite quella antichissima successione di immagini statiche, la rapida e reale sensazione di dinamismo suscitata dall'animazione vera e propria.


Molti sono gli esempi da poter fare tracciando per grandi linee la storia dei cartoni animati. Da quelli un po' più sempliciotti e bucolici come "Heidi" passando per gli educational come "Esplorando il corpo umano". Senza tralasciare le vie di mezzo, forse un po' meno istruttivi ma fortemente distruttivi, come "Ken il Guerriero" o "Dragon Ball", la cui sospensione della programmazione non può nemmeno essere decisa dal Padreterno in persona.
Ne sto dimenticando una marea, lo so (Pollon, Lady Oscar, Kiss Me Licia, le tartarughe ninja e tante altre cianfrusaglie), ma preferirei giungere subito al nocciolo della questione.
Non me ne vogliano gli appartenenti alle passate generazioni che sono cresciute con cartoni animati un po' più datati, ma le vecchie forme di intrattenimento, a mio parere, erano un po' più scialbe di significati. Scialbe in che senso? Scialbe nel senso che il cartone animato in sé lasciava il tempo che trovava. Heidi, le caprette e le sue avventure, Lady Oscar, la spada e le sue avventure, Kiss Me Licia, l'amore e le sue avventure, Dragon Ball, le mazzate e le sue avventure, I Cavalieri dello Zodiaco, Paolo Fox e le sue avventure. In questa serie di "sue avventure" la società vivente, indipendentemente dal tempo storico, veniva tagliata fuori dallo svago del cartone animato. 
Perdonatemi se infierisco ulteriormente contro la storia della vostra infanzia, e in parte anche della mia, ma oggi le nuove generazioni (alla faccia della "cara vecchia età dell'oro dell'animazione") possono dire d'essere cresciuti con colui che secondo me, azzardo, è il genio del cartone animato impegnato: Matt Groening.
Matt Groening è conosciuto come il papà dei Simpson e Futurama. Nonostante le prime puntate e le prime stagioni risentissero ancora dell'alone del "cartone animato a sé", le ultime serie sono molto più argute e attraverso battute a tratti irriverenti ma dal fine significato, riescono a dar da pensare. Futurama, dal nome vagamente intuitivo, narra le avventure di Philip J. Fry, catapultatosi nella New York del 3000 a causa di un'ibernazione accidentale. Lo stesso Fry avrà modo di scoprire che il futuro, apparentemente ricco di novità e di progresso, trascina con sé i fardelli e le noie del suo passato, tanto lontano quanto così paradossalmente vicino al nuovo, quarto millennio (corruzione e vizi umani compresi). I Simpson, attraverso il loro classico spaccato di vita americana, rappresentano gli eccessi e le derive di una famiglia disordinatamente comune. A tratti satirici, comici, dall'umorismo caustico ma sempre profondamente attuali e d'attualità. Non mi dilungo oltre, dato che William Irwin, Mark T. Conard e Aeon J. Skoble hanno indagato abbastanza sulle sfaccettature a tratti filosofiche di questo non-cartone animato pubblicando un libro che presto spero d'avere:
Dando a Cesare quel che è di Cesare e lasciando a loro (Irwin, Conard e Skoble) il merito d'aver indagato le reali corrispondenze che I Simpson inevitabilmente hanno con il nostro quotidiano, vorrei tentare d'analizzare una puntata di Futurama frutto dello stesso genio che ha contraddistinto e contraddistingue le produzioni di Groening.
Futurama, sesta stagione, puntata n.3: "L'attacco di un App". Potete vederla con calma qui (adesso senza sottotitoli e in italiano): 
Vi sembrerà stupido, ma la trovo una puntata così piena di significati che sembra quasi impossibile si siano palesati tutti quanti in soli 20 minuti.
Supponendo che voi abbiate guardato l'episodio del link poco sopra (altrimenti è inutile continuare a leggere), vorrei proporvi alcune delle mie personalissime riflessioni.
Al minuto 1:52 Fry, fattorino spaziale della Planet Express, giunge insieme ai suoi colleghi nel Terzo Mondo del Sistema di Antares per scaricare rifiuti elettronici. Il parallelismo è presto fatto: 
L'ironia di Groening può sembrare paradossale (l'uccello che si polverizza attraversando la nube "min 2:32", il cane che perde la coda mentre beve da una pozza "min 2:55", i bambini che cercano fra i rifiuti "min 3:04"), ma trascina con sé il sapore amaro della realtà concreta.
Al minuto 3:55 arriva la pubblicità alla TV e scende in campo l'IPhone (per problemi di copyright chiamato EyePhone) e ci si dimentica dei buoni propositi poco prima fatti sul riciclaggio e sul risparmio. Lo spot televisivo enuncia le inutili qualità, in maniera eccessiva ma realistica, di questo nuovo gioiello della tecnologia che, fin quando non esisteva, non sapevi d'averne bisogno.
Al minuto 5:29 arriva l'ansia del compratore, colui che di corsa vuole investire il proprio denaro prima che le scorte, realmente infinite ma per evidenti strategie di mercato beffardamente limitate, possano esaurirsi ("forse ce n'è uno").
Subito dopo il venditore spiega chiaramente a Fry le reali complicanze di un aggeggio così tecnologicamente avanzato e delicato. Valutandone i pro e i contro, dovremmo essere spinti a non comprare. Ma l'istinto di Fry punta solamente a soddisfare il proprio desiderio di possedere l'EyePhone, oltre la sua reale utilità ("Shut up and take my money!!").
Inizia l'odissea di coloro che utilizzano con inettitudine lo strapotere dei Social Network e del web: la condivisione di video, immagini, stati d'animo, gusti personali... Il virtuale impara a conoscerti e il merchandising sfonda le porte della tua privacy (e chi ha Facebook come me sa che, inspiegabilmente, se si è appassionati di tennis, sulla propria bacheca appaiono gli spot della Dunlop).
Fry dice chiaramente d'avere problemi con i funghi (l'ironia assoluta di Groening) ed il suo EyePhone gli propone al minuto 9:01 l'"Antifungina di Mamma", memore delle informazioni da lui diffuse e da qualcuno recepite.
Al minuto 10:00 inizia la diffusione da parte degli internauti di video ed immagini trash per accaparrarsi il consenso generale virtuale. Altro parallelismo. Ultimamente Youtube brulica di fenomeni da baraccone che tentano d'avere visibilità cercando di rendersi stupidi o quantomeno divertenti. Ai limiti dell'umiliazione personale, a volte. E alcuni hanno un gran coraggio, devo dire. Mi spiace sporcare il mio blog, ma mi sembra giusto fornirvi un esempio...
Ecco, Fry ci prova con Bender e la loro diventa una gara di Followers (cioè di discepoli fedeli alla propria persona virtuale). Inizia la demenza e anche i colpi bassi sono ammessi per accaparrarsi il consenso generale (decadenza di ideali e dignità, 'mmonnezza indifferenziata nel web).
Nel frattempo il virus si diffonde e la curiosità spinge a ruota l'acquisto di EyePhone nel nome della diffusione virtuale. La società si appiattisce fossilizzandosi sul mero, nudo e crudo scambio d'informazioni inutili e pacchiane.
Emblematica la fine dell'episodio. Fry raggiunge la quota dei suoi followers mentre dietro di lui una folla inanimata, inconscia ed inetta si trascina verso il negozio di Mamma, pronta ad acquistare, cartamoneta in mano, il nuovo EyePhone 2.0...  "Yeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeehhh!!!....
Dumb Bastards!
Questo che vi ho riportato è solamente un esempio di puntata scelta a casaccio. Tante altre hanno il sapore del concreto e non posso che consigliarvi di cominciare a seguirli, se non lo state già facendo, sia I Simpson che Futurama. Perché, fidatevi, "il mio cartone è differente!"
 
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