Salto o non salto? Salto o non salto? Salto. Prendo la rincorsa e... aspetta. E se non ce la faccio? Ci riprovo... un, due... rincorsa e... non salto. Siamo eternamente indecisi. Sempre. Non c'è mai nessuno che ci rassicuri a dovere. Il baratro a pochi passi, torniamo indietro, siamo pronti a volare via spinti da un'insolita fiducia che ci dà coraggio, ma poi, inspiegabilmente, tutto s'infiamma e si disperde nel fumo dell'indecisione.
Votiamo tutti e non votiamo nessuno. Alla fine ognuno ha portato a casa il proprio risultato. Pareggiano le coalizioni, ma perde l'Italia. L'Italia. Non funziona mai niente, questa è l'Italia, l'Italia va a rotoli, ahi serva Italia di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello. Ci riempiamo la bocca con le citazioni dei Grandi della storia. Ci riempiamo la bocca con le canzoni di Gaber e di De André. Abbiamo fatto l'Italia, ora dobbiamo fare gli italiani. Il problema sta proprio lì. Hanno fatto l'Italia, storia di confini e di geografie, si sono dimenticati di fare noi che, per caso, ci troviamo fra la Valle d'Aosta e la Sicilia. Mi chiedo cosa siamo o chi siamo. Siamo quelli che sparano a zero sulla classe politica e votano "populismo, urla e bugie". Siamo capaci di riempirci d'orgoglio quando Maradona torna a Napoli, non per pagare 40 milioni al fisco, ma per un caffè. Ah che bell''o cafè, pure in carcere 'o sanno fà. Ma liberatelo Corona, liberatelo e arrestate i veri delinquenti, se ho tempo voto pure Berlusconi. Di nuovo. E le olgettine, Ruby, concussione, "lei viene?", Mubarak, Mediaset, Mondadori, culona inchiavabile, i sondaggi, Papi. Abbiamo già dimenticato tutto? Bersani? E il Monte Paschi? E Penati? E Errani?
Vogliamo parlare dei mercati? Ma quanto ci costano le nostre indecisioni? Ma quanti sono quelli che ancora "non vogliono sapere nulla di finanza"? Ma quanti ce n'è che non credono nei mercati o che non credono allo spread? Ma vi aspettate di prendere la Bastiglia? Non possiamo che spianarci la strada. Ci stiamo spianando la strada verso la Grecia, e qualcuno sta pure scommettendo che accada, giocando con il nostro capo e aspettando che la ghigliottina ce lo squarci via.
Ma noi siamo scalmanati. Siamo ingovernabili. Facciamo sempre quello che vogliamo, siamo poeti e spiriti liberi, noi. Ci mancano Gaber e De André, vogliamo Dario Fo al quirinale e citiamo Dante su Facebook. Poi votiamo Berlusconi, ma magari "bocca di Rosa" era dedicata a Ruby.
Votiamo tutti e non votiamo nessuno. Ancora una volta, tutto da rifare, sempre, peggio. Nel frattempo rimaniamo nostalgici, legati agli errori del passato, capaci di commetterli ancora una volta, ma sempre nascosti dietro classicismo e buone intenzioni. E' solo questione di tempo. Rovineremo tutto quanto, ma non possiamo non dire che non ce lo meritavamo. Tutti.