venerdì 18 aprile 2014 6 commenti

Pupi e pupari

Si mescolano fra loro, le vite delle genti, girate e rigirate, come a voler sciogliere lo zucchero nel caffè. Uno, due cucchiaini, s'adagia su una soffice crema e poi affonda in un mare amaro. Si mescolano fra loro, le vite delle genti, fino ad annullarsi, e credono d'aver reso dolce la loro permanenza sulla terra. Si mescolano fra loro, irrequiete, girano in una spirale di parole mai dette e sguardi fuggevoli, in cerca di qualcuno che li prenda per mano e li accompagni fino in fondo, senza mai sentirsi soli, mentre il tempo a piccoli sorsi li lascia morire, gli uomini. Si mescolano fra loro, ragionando pazzie e simulando bugie, per sfiorare anche solo per un attimo effimere felicità, mutevoli, nascoste in angoli bui e tetri mentre ad ogni giro di cucchiaio tutto si disperde, nel nulla. Si mescolano fra loro, progettano e s'affannano, credendo d'essere ancora sulla cresta dell'onda, a galla, immaginando che saranno sempre vigorosi e forti, ma ad ogni giro di tazza s'abbassano di livello e s'avvicinano al fondo. Si mescolano fra loro, a casaccio, senza che nessuno spieghi loro "perché", afferrati dal fato e gettati nel mondo, uno o due cucchiaini, si guardano intorno, sorridono mentre affogano, tentano di stringersi in abbracci di fortuna, a volte egoisti, innamorati e stupidi. Si mescolano fra loro, vittime di noia ed abitudine, lasciandosi girare e rigirare in senso antiorario, andando sempre verso la stessa direzione. A volte qualcuno rinsavisce, sfugge alle consuetudini e guarda l'ora, le lancette puntano verso orizzonti diversi.
Si mescolano fra loro. Nel frattempo un puparo senza nome né volto sniffa l'odore tiepido del suo caffè appena spremuto. E' soddisfatto delle sue miscele, uno, due cucchiaini di zucchero, gira e rigira ancora mentre s'accarezza le labbra con la lingua, voglioso. Un ultimo sguardo alla vita, affonda il naso dentro la tazza e dilata la gola, spazzando via esperienze, emozioni, ricordi, sogni, paure, speranze e sorrisi, mentre tutto scorre via, caldo come un amplesso.
martedì 1 aprile 2014 10 commenti

L'allegra compagnia

A schiena gobba, chinati sopra la scacchiera e la sigaretta in mano. L'uno accennava a strizzare via dalle meningi fluido d'ingegno e sapienza prima della prossima mossa. L'altro, spazientito, si grattava il capo mimando disinteresse. 
Intorno a loro le peggiori compagnie in combutta con la noia dei giorni cercavano in qualche modo d'ammazzare il tempo, ma la vita degli scheletri nell'armadio non poteva che essere maledettamente piatta. Non di rado, per una bugia proferita a bassa voce o per un dispiacere nascosto, un altro inquilino s'aggiungeva all'allegra combriccola d'ossa facendosi largo fra i cappotti e le pellicce. 
Alcuni, impigliati fra le grucce, perdevano gli arti o si frantumavano le costole, ma a parte le risate maligne nate dalla sventura altrui, nient'altro colorava le giornate di un funereo guardaroba. Quando prepotente s'accumulava la polvere, ci si dilettava a modellare con le dita scheletriche goffi omini d'ovatta grigia, ognuno ricordando la persona sbugiardata. Sempre per via delle scarse condizioni igieniche, di tanto in tanto s'andava a caccia d'acari e zecche. Era di gran lunga il passatempo preferito dell'allegra combriccola, forse perché non potendo ammazzare il tempo ci si accontentava d'ammazzare i parassiti.
Nonostante la noia, decenni, secoli, millenni passarono per molti scheletri d'armadio senza che nessuno li disturbasse o che la loro dimora venisse venduta per due soldi ai mercatini dell'usato. E' risaputo infatti che, cambiando proprietario, il diritto sulla menzogna del vecchio titolare decade imponendo lo sfratto ai miserabili inquilini.
- Che vita da cani - si dicevano.
- Ne arriva un altro, è bello grasso, chissà per quale frottola!
- Fammi spazio, aspetta...
- Spostati un attimo, ho il tuo omero sul naso, ferm... OH!
- Non spingere!
- Sta' seduto!
- Zitti, sta per aprire l'armadio!
- Insomma, onorevoli colleghi, è ora di dire basta! Noi scheletri nell'armadio abbiamo sopportato per anni le fandonie dei nostri padroni, rappresentando la feccia della società senza che la verità potesse far luce fra le ombre dei falsari! E' ora di riscattarsi, onorevoli colleghi, veniamo fuori dagli armadi e raccontiamo al mondo le nostre ragioni! Seguitemi, miei prodi, per la libertà e per la gloria!
In quel preciso istante, dopo l'orazione dello scheletro-capo, aperte le ante dell'armadio tutti gli scheletri vennero fuori e così senza sosta, finché tutte le cazzate del globo furono alla mercé di tutti.
Si sfasciarono famiglie e rapporti d'amicizia, le mogli divorziarono e i mariti, beh, continuarono a fare quel che facevano prima. I preti persero gli ordini, le suore furono felici di perderli e le alte cariche dello stato furono destituite. Fu il caos. Nessuna bugia fu più proferita e nel nome della limpida verità tutti i legami fra gli uomini si sfasciarono inesorabilmente. 
Si salvarono solo tre scimmie...
 
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