lunedì 16 novembre 2015 0 commenti

L'itagliano medio

L'italiano, singolare esemplare d'europeista malriuscito, all'atto della nascita si incorpora entro i canoni della tradizione della pastasciutta senza difficoltà alcuna. Sanfasò per eccellenza e perfettamente integrato nel mondo del luogo comune, si serve della sua conclamata intelligenza per dimostrare nel modo migliore la sua sconfinata ignoranza, frutto di pochi anni d'involuzione fra i salotti della D'Urso e le puttanate della De Filippi.
L'italiano medio è sempre aggiornato sulle questioni d'attualità e Studio Aperto lo sa, Mattino Cinque lo sa, Pomeriggio Cinque lo sa, Quinta Colonna lo sa, Domenica Live lo sa. L'italiano medio si ciba di notizie dell'ultim'ora, fa l'opinionista al bar dello sport, l'allenatore di calcio e il Ministro per gli Affari Esteri, commenta, ostenta una inspiegabile conoscenza delle tortuose vie del complotto, fra scie chimiche e carni cancerogene.
-Lo sapevo io, te lo dicevo io, avevo ragione io- sono le tipiche espressioni dell'italiano medio. Perché all'italiano medio non la dai a bere, lui svela gli inganni prima che si palesino, sente puzza di bruciato ed è costantemente alla ricerca della verità. L'italiano medio non ha bisogno di documentarsi, sa come muoversi fra le sterminate vie della storia, passata presente o futura che sia. L'italiano medio era presente durante le Crociate cristiane, c'era quando venne scoperta l'America e ricorda bene anche le fasi cruciali della battaglia di Waterloo; cita sapiente le ultime parole famose, del Duce, di Garibaldi, di Dante, di Shakespeare, perché è attraverso le grandi massime dei grandi uomini che l'italiano medio dimostra il suo spessore.
L'italiano medio vota Salvini, chiude le frontiere e dopo le stragi di Parigi sostituisce la sua foto profilo su Facebook col tricolore francese.
L'italiano medio è nato nel lato del mondo civilizzato. Piange i suoi morti, quelli limitrofi o che hanno la sua stessa passione per gli U2. L'italiano medio alza il volume del TG quando i morti sono più lontani dello stretto di Gibilterra, poi abbassa lo sguardo, finisce i maccheroni e va a letto.
L'italiano medio ha bisogno di visualizzare un nemico. L'ISIS, la religione, l'invasore, il rom, lo stato, la banca, gli OGM, le multinazionali, i condoni edilizi o i preservativi scaduti, perché deve sempre sapere contro chi puntare il dito ed è sempre colpa di qualcun altro. E se piove? Governo ladro.
Se indichi la luna, l'italiano medio guarda il dito e ti smalta le unghie, come solo ClioMakeUp sa fare. E che ne dici del mio nuovo trucco? 
L'italiano medio, caro vecchio benpensante bontempone dalla camicia sporca di sugo di fantozziana memoria, ha tutte le carte in regola per far parte della società moderna. Non ha grilli per la testa, gli basta che ce li abbiano gli altri. Per il resto, può sempre condividere un link, tanto chi se ne accorge se sono stupido?
martedì 10 novembre 2015 0 commenti

Mercante in fiera

Senza che ci venga chiesta opinione di genere, troviamoci gettati in un mercato fatto di carne ed ossa, vagando senza meta alcuna, osservando e valutando merce d'ogni sorta o maniera. Fra strade strette e incroci privi di semafori, la precedenza è di chi se la prende, di forza se necessario, non riuscendo a distinguere gli odori e i mille gusti delle bancarelle degli uomini.
Alcuni mettono in bella vista la propria merce migliore, altri se la cantano e se la suonano, spacciando emozioni prive di garanzie ma vendute a peso d'oro. A beneficio del rischio, per paura d'essere semplici viandanti, spinti dalla curiosità intratteniamo questo o quell'altro mercante, richiedendo i suoi più saporiti favori, freschi se possibile, dal produttore al consumatore. E inizia la compravendita, trattando al ribasso, sperando di portare via un alito di vita ai nostri concorrenti. Sogni, ambizioni, gioie e desideri, pezzi d'antiquariato vecchi quanto l'amore o il tradimento, in una fiera di relazioni che si rinnovano, illusi di rifarci il guardaroba mentre vestiamo dei medesimi stracci gli scheletri che dimorano negli armadi. 
Nel fantasmagorico e multiforme mercato dei rapporti umani una sola moneta di scambio rende possibile la compravendita d'anime: il tempo. Alcuni si adattano alle leggi della domanda e dell'offerta, vendendo e acquistando senza cuore, bilanciando bene entrate ed uscite. Altri regalano senza difetto né guadagno, dilapidando gioie e sorrisi incondizionatamente. Per essi non esiste altro riconoscimento che quello di amici.
Altri giocano la carta della seduzione, donne fatali per uomini assuefatti ai piaceri della carne. Natiche gustose e seni turgidi, una mano sul membro e l'altra sul portafogli, se godi ad occhi chiusi non rivendicare garanzie, incosciente fra le cosce d'una misera cartomante che maledice il futuro e ammalia il presente.
Balocchi e caramelle, prendi due e paghi uno, prendi tre e paghi quattro. Fiuto inganni fra le essenze profumate dei commercianti d'aria fritta, imparando a comprendere le immanenti abilità di codesti parolai, tessitori di insidie e tranelli, vincitori immorali d'una vita che non è obbligata a premiare chi è giusto.
Quasi abbellisco la mia tenda ed espongo la mia merce variopinta, bedda ri fora e tinta ri rintra!
 
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