martedì 16 giugno 2015 4 commenti

Elogio dell'idea

Accoccolata in un angolo di cuore, può rimanere in silenzio per anni, anonima, senza rivelarsi. Durante il periodo d'incubazione non fa altro che fortificarsi assorbendo linfa vitale senza che l'ospite si renda conto della sua presenza. Allo stesso modo di altri morbi più comuni, non siamo noi a decidere di cosa ammalarci. Possiamo renderci vittime tramite l'esposizione casuale ad un determinato ceppo o semplicemente nascere con il seme stesso dell'idea da cui verremo manipolati.
Sarà poi un tripudio di colori ed emozioni. Un vortice di ormoni e particelle impazzite, scariche elettriche e neuroni propulsori d'un moto elegante di gesti che tendono verso un unico scopo: l'idea.
Dalla nascita dell'idea alla sua realizzazione si passa per la Via Lattea. L'idea non ha fretta, aspetta. L'idea non è presuntuosa, rispetta. L'idea non ha pretese, diletta. 
Può rivelarsi sotto la doccia, alla fermata del bus, poco dopo cena o prima di pranzo, in montagna o al mare, allacciandosi le scarpe o scrutando l'orizzonte. In qualsiasi istante essa si manifesti, dalla nascita del morbo fino allo sfogo, l'ospite non avrà tregua. Ogni sua azione, pianificata o meno, sarà gestita e controllata secondo il fine ultimo dell'idea. L'idea stessa si renderà protagonista nella vita dell'ospite, esortandolo giorno dopo giorno a compiere la sua volontà centellinando per lui piccole dosi di soddisfazione al compimento del finanche più piccolo passo verso la meta. L'idea non sa di essere tale, né si riconosce come tale. Non sa d'essere vittoria o sconfitta, fallimento o successo. L'idea basta per se stessa e si fa da sé. Neanche la più grande delle idee sa di essere grande finché non lo diventa ed è questa la benedizione più grande della sua natura maledetta: l'inconsapevolezza, l'immanente ignoranza metafisica e trascendente che fa di un'idea l'assoluta negazione di se stessa. Non capire perché, non conoscere il motivo per il quale oltre la follia e lo sforzo sovrumano si decide di accompagnare la propria vita ad uno scopo tanto inutile quanto importante, negando e affermando allo stesso tempo che tutto inizia e finisce con l'idea.
L'idea inneggia alla passione, la invoca e la fa sua. La incita e la spinge a palesarsi, a farsi carne e cuore nelle membra e nella mente di chi la custodisce. L'amore per le arti, le discipline, i giochi, le scienze, le follie, la natura, la scultura, la pittura, il canto, il ballo, i tappi di bottiglia, le schede telefoniche o le figurine dei calciatori, le bambole di porcellana o i soldatini di piombo, la corsa campestre o gli scacchi, il salto in alto o nel vuoto. Non ci sono idee più giuste di altre, esiste solo quella meno sbagliata per l'ospite che la cura. E dalla sua nascita fino alla morte non ci sarà energia del mondo o del suo stesso universo che non sia sospinta verso il fine ultimo del suo animo: realizzarsi...
 
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