martedì 23 febbraio 2016 0 commenti

Buonanotte

Se il giorno ha l'oro in bocca,  la notte si scopre misera e povera, tuttavia garbata, senza la presunzione di dover essere migliore della precedente. Non ha la stessa frenesia delle prime luci dell'alba e non è mai in ritardo, arriva a passo felpato e avvolge con discrezione i sogni e gli umori di un'intera giornata di bugie.
Non osa svegliarti, ma dolcemente carezza le membra fino a renderle stanche, offrendo nel contempo ristoro senza chiederne conto. Smarrisce i buoni propositi e gli impegni, ci ricorda gli sproloqui, le parole mai dette o gli sguardi fuggevoli di chi si innamora e poi se ne pente, aspettando di chiudere finalmente gli occhi per scrollarsi dal groppone il peso delle promesse.
C'è un attimo nell'imbrunire in cui si confondono stelle e cielo, divisi dal destino ma uniti per forza, in un gioco di passioni che tristemente si rinnova, muore e rinasce nell'eterno alternarsi fra oscurità e bagliore.
Non puoi contemplare il sole che acceca e allora volgi lo sguardo, non osare, lascia che si spenga, lentamente e muoia, finché di manto grigio perla si vesta, affascinante come un'elegante matrona d'altri tempi.
Gli ingordi non sentono il peso del sonno, mentre sbadigliano e lacrimano, vogliono stare svegli, ancora qualche minuto, per lavare via dalla propria pelle le parole proferite durante le ore diurne, vomitate, rancide e maleodoranti, usate e poi rigettate, ancora una volta, sperando di non doverle ripetere domani.
Silenzio adesso, senza richieste lecite o risposte di cortesia, sapendo sopiti litigi e incomprensioni, dormi, anche da sveglio se necessario, domani, serra le palpebre e trattieni il respiro, prima che il sole sorga e sancisca l'inizio della fiera, aspettandone la fine.
A ieri dai le spalle, il domani s'erge orgoglioso a un palmo di naso, ma si farà piccolo, piccolo, come un granello di sabbia, adagiandosi sul fondo della clessidra insieme agli altri giorni trascorsi. 
E' stata una bella giornata, adesso che è finita.
 
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