mercoledì 4 maggio 2016 0 commenti

Sicilia, fra barocco e tarocco

Chi l'ha detto che la Sicilia è una terra maledetta?
Incastonata nel Mediterraneo come un gioiello di rara fattura, sfarzoso e brillante, ornato di spiagge dorate e impreziosito dai ricami del barocco. Nell'aria l'incontaminata Natura, benedetta dal profumo di zagara e mandorlo in fiore, si intreccia con i succulenti odori di pietanze che saziano le narici ancor prima di saziare lo stomaco, legati ad una tradizione millenaria che rivela i sapori delle civiltà che furono.
I Siciliani hanno un rapporto particolare con la propria terra. La vivono fino all'ultimo amplesso, nel piacere e nel godimento. Non le mancano di rispetto di proposito, ma hanno il barbaro vizio, forse figlio delle storiche dominazioni dei popoli, di rubarle la verginità dimenticandosi di renderle la dignità che merita.
Alcune volte, oltre al profumo di zagara e arancine, si diffonde nell'aria un pungente odore di merda. L'ho sentito io, da Modena, mentre da Palermo si è propagato lungo la penisola.
Fra i 17 e i 19 anni ho passato un breve periodo sostenendo la mia morale nella ricerca di se stessa. Ricordo che presi parte a delle conferenze sui rapporti fra Mafia e Stato e sul ruolo attivo dell'antimafia nel territorio. Ogni siciliano, in un qualsiasi luogo pubblico, dalle scuole alle parrocchie, viene educato alla lotta alla mafia. Altrove può esserci l'ora di educazione sessuale, come materia extracurricolare di "preparazione alla vita". In Sicilia ci educano alla lotta alla mafia. E succede l'esatto opposto. Altrove, se tanto mi dà tanto, lo faranno senza preservativo.
Mi è rimasta impressa la figura di un personaggino minuto, smagrito, con la pelle incavata sugli zigomi e i baffoni folti. Occhiali squadrati, viso stanco e amareggiato, sguardo spento, vestito da caro nonnino con una giacca marrone dal sapor di passato vissuto. Prese parola durante il Premio Giuseppe Fava (giornalista ucciso dalla mafia, quella vera). Era il 2011.
Parlò un po' di sé, di Telejato, un'emittente televisiva di Partinico (PA), orientata alla diffusione di notizie di giustizia sociale, contro la mafia e le estorsioni, i favoreggiamenti, le speculazioni sul territorio e il degrado della classe politica. Vinse anche parecchi premi. "Reporter" lo inserì nella lista dei cento migliori giornalisti al mondo. Pino Maniaci vive sotto scorta, Pino Maniaci minacciato, Pino Maniaci aggredito, Pino Maniaci simbolo della lotta alla mafia, Pino Maniaci...


E' il 2016. Eccolo, Pino Maniaci. Minacciato non da Cosa Nostra ma dal marito dell'amante. Lui, Pino Maniaci, abile estorsore mentre teneva per le palle il sindaco di Partinico Salvatore Lo Biundo. E ci sono cascati tutti, ma proprio tutti, anche Renzi, che durante una telefonata esprime la sua solidarietà al povero giornalista perseguitato:

M: Sono Matteo Renzi
P: Presidente buonasera
M: Volevo solo inviarle un grande abbraccio e un pensiero di solidarietà..
P: La ringrazio Presidente, molto squisito e grazie del suo pensiero...

Per non parlare poi dei cani impiccati, chiaro segno di minacce mafiose per una persona che ha sempre svolto il suo dovere civico. 


In un macabro gioco di parole, perdonatemi, dietro ci sarà forse lo zampino di Cosa Nostra?
No, semplicemente l'ex marito dell'amante di Pino. Ma Pino risponde così durante un'intervista:

"Lo imputo a quelle che sono le nostre inchieste sul territorio, della città di Partinico dove la cocaina arriva a fiumi [...] Ovviamente dietro a questo giro c'è Cosa Nostra"

Dalle intercettazioni rilevate, emergono particolari inquietanti su presunti lavori offerti alla sua amante per intercessione poco elegante di Pino, detta anche "estorsione". E poi ancora mazzette, minacce, intimidazioni e deliri di potere dell'antimafia che fa scuola (di Mafia).

"Non ce ne sono istituzioni pulite in Italia, hai capito? Sono tutte sudicie, tutti mangiatari e tutte cose inutili, compresa la Dia, la DDA, i carabinieri, finanzieri... e tutti quanti cornuti sono! A me, mettono sotto controllo a me! Uno che rischia la pelle per fare antimafia! Ci sono magistrati corrotti, ladri, insieme con un poco di cose inutili che fanno affari... La mafia dell'antimafia! I veri mafiosi sono loro, non i mafiosi!" (Pino Maniaci in un'intercettazione)

Ammetto d'aver riso tanto, dopo aver letto la notizia stamattina e dopo aver ascoltato le intercettazioni questa sera. Poi è subentrato lo sdegno. Poi la delusione, la stessa che potresti ricevere da bambino dopo aver sentito da un compagno di scuola che Babbo Natale non esiste.
Il barocco siciliano è arte, il siciliano tarocco è un'istituzione o lavora per le istituzioni. E io che pensavo fosse una varietà d'arance...

Vi invito ad ascoltare le intercettazioni: 
 
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