giovedì 3 novembre 2016 0 commenti

Fanfare per sordomuti

Certi strumenti tipici del folklore popolare vanno a corde pizzicate, come le chitarre, eccitandosi al contatto con le zone erogene giuste. E sono così banali e insulsi da provocare un suono simile ad un gemito, un orgasmo di falsa speranza che li rende vivi, non per note musicali ma per note di demerito. Ne incontro 3 o 4 alla volta e fanno parte di un'orchestra senza padrone. Li distingui dai tacchi alti e dalla gonna succinta, desiderano un plettro a basso costo, o forse servono due dita per le loro musiche brevi, due note, un LA e un DO bastano, per dar fiato alle trombe.
Sviolinate, a muso duro e occhi dolci, ammorbidiscono le cervella e sciolgono le budella, a cuore stretto, ma a mente lucida, attento! Satana, è lui, stanalo quel diavolo che accarezza e vuole l'anima, prima che un canto di sirena illuda i sensi e inoculi veleno, SI FA SOL del chiasso per l'imminente trapasso. Se godi del momento volgi lo sfintere, per un giorno da leone te ne offrono cento a pecora. E allora, lunga vita al RE! Ché per amore del regno si lascia sfondare senza ritegno.

Rullo di tamburi, è il turno delle percosse, ce ne vorrebbero a centinaia per tutti quei "forse". Sono ancora lì fermi ad aspettare che per loro arrivi il Momento, Audere Semper, solo un tormento. Si buttano o no, FA RE, FA RE, FA RE, FA RE, SI può FA RE, oppure no? Ci penso domani, maledetto babbione, per oggi lasciami, tregua, in un bagno di sudore. La puzza ti confonde. Stai attento. Non viene dalle tue ascelle, guarda bene, si tratta di piscio e sgorga dal tuo pene. Aspetta il miracolo che ti illumini l'ingegno, ma non hai speranze, lo spettacolo è indegno.
Mi sono divertito, qualche rima ed assonanza per descrivere la paranza, discrepanza fra la mia e la tua sostanza, se mi vedi non parlarmi di coerenza, fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute ed apparenza.
Il direttore d'orchestra poi è sconosciuto, ma diteglielo, che non esiste pace migliore per chi fa il sordomuto.
 
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