martedì 28 dicembre 2010 2 commenti

Il Natale a San Paolo Acreide (SR)

L'aria del Natale. Niente di più distensivo per i sensi affaticati da un anno impegnativo(?) ed intenso(?). Ci si picchia meno del solito, ci si ferma agli stop, si da finalmente la precedenza alle auto che vengono da destra. Tutto dura poco purtroppo, piu' o meno una misera settimana considerando che il capodanno rompe l'armonia riportando tutto nel piu' scalmanato e sregolato caro vecchio stile di vita.
Ma quante cose succedono in una sola settimana. Gli addobbi, si rivedono parenti ed amici lontani, il nucleo familiare si ricompone per celebrare tutto d'un cuor la magia del Natale. Ma dimentico un concetto fondamentale, quello che forse (anzi, quasi sicuramente) (anzi, sicuramente) permette al Natale stesso di farsi apprezzare da grandi e piccini. E' Natale. Ci si scambia i regali di Natale a Natale. Tanti, innumerevoli regali di Natale per tutti. Tutti ricevono regali di Natale. Cazzo passa Babbo Natale, la sua slitta non va mica a benzina, può tranquillamente passare da un punto all'altro del globo in meno di una notte. Renne veramente forti le sue, strafatte di steroidi. E il mondo lo gira tutto quanto, ma proprio tutto. In Africa lascia un bel carico di pane e acqua dando una bella batosta alla fame nel mondo. Ad Haiti lascia i vaccini contro il colera. A Napoli lascia RPG per fronteggiare l'avanzata dei ratti. Ad Arcore lascia un bel carico di preservativi. Tutti, proprio tutti, buoni o cattivi, riceveranno regali.
Quest'anno Babbo Natale ha fatto un salto pure nel mio piccolo paesello di montagna. Quest'anno Babbo Natale ha trovato il tempo di fare un regalo alla giunta comunale di San Paolo Acreide. A San Paolo Acreide Babbo Natale ha lasciato un bel carico di segnali stradali; un bel kit di "divieti d'accesso" e "direzioni obbligatorie" da spiattellare "alla cazzo" in tutto il paese. Un'occasione da non perdere. Spacchettati i regali si sono subito messi tutti quanti al lavoro. Un diveto qui, uno stop la', un senso unico da quest'altra parte ET VOILA'. Tutte le strade portano a te. L'assetto urbano stravolto per permettere ai turisti di osservare durante i propri tour in macchina l'imponente Municipio (Ora: io il turista me lo sono sempre immaginato così:

Spiegatemi dove cazzo la tiene l'auto. Spiegatemi in che modo, qualora avesse l'auto, possa gustarsi il paesaggio che lo circonda; non è comodo scattare una foto mentre si guida. Ergo, motivazione sbagliata).
C'è anche in programma l'idea di cambiare il famoso detto "tutte le strade portano a Roma" con "tutte le strade portano a San Paolo". Certo è che il percorso, così com'è , riuscirebbe a far impallidire perfino quel monoSandalo di Giasone che tanto vagò in cerca del VELLO D'ORO. Certo è che il percorso stradale, così com'è ora, manderebbe in confusione perfino un'arguto senso dell'orientamento come quello di Ulisse. Certo è che nemmeno i Re Magi con tanto di stella cadente avrebbero saputo trovare la grotta. Certo è che nessuno ritrova piu' la strada di casa. Certo è che Babbo Natale, generoso elargitore di segnaletica, ha combinato un bel casino. Certo è che bastava spiegare ai turisti di non dare le spalle al Municipio per osservarlo in tutto il suo splendore (camminando a piedi ovviamente) (e ditemi a che cazzo serve l'auto quando, da turista [e il turista ha bisogno di osservare] puoi semplicemente parcheggiare e fottertene delle restrizioni segnaletiche stradali). Certo è che il mio Natale, il nostro Natale San Paolese ha portato novità inaspettate. Novità che, a detta di molti, possono solamente rivalutare la tua superpotenza, la tua supremazia, la tua grande magnificenza che rende NOI tuoi sudditi e TU nostro RE. Certo è che non tarderanno ad arrivare i disagi dovuti a nuovi incroci e a sbagliate manovre di defluizione del traffico. Cosa dire se non... 
GRAZIE SAN PAOLO ACREIDE.
sabato 25 dicembre 2010 3 commenti

Tutto è possibile, niente ha senso...

Meglio non farsi delle domande. Meglio viversela fino in fondo. Così, in qualsiasi modo essa si possa presentare. Piena di contraddizioni, sfaccettature, polimorfismi. Meglio non farsele ste benedette domande. Risposte, quelle giuste, non le avrai mai. Risulta così fragile, tutto risulta così futile da annullarsi in qualsiasi istante. Ciò che sei, ciò che siamo, è tutto così precario. Anche il più saldo dei princìpi, qualsiasi cosa perde di significato. Basta porsi delle domande. Confutare l'idea stessa. Qualsiasi cosa ci casca dentro e non si ritrova.

Cosa siete? Guardatevi allo specchio. Fa così paura l'uno, il nessuno e il centomila. Siete ciò per cui siete nati. Credete in Gesù Cristo perchè siete nati in una famiglia cristiana. Allah sarebbe diventato il vostro dio se solo foste nati in un Paese arabo. Religione da mille facce. Il concetto decade. Quale quella giusta? Perchè la mia è quella giusta? E' giusta perchè è la mia? E' sbagliata perchè quell'altra è di qualcun altro? E se fossi nato altrove? La mia certezza religiosa è sprofondata nel nulla.

Mangio carne. Adoro mangiare la carne di maiale. E se fossi Turco? La mia religione non me lo permetterebbe, non potrei mangiare carne di maiale. Non mangio gatti, nè cani. Non mangio lucertole, scarafaggi, insetti. E se fossi nato in Cina? In Giappone? Mangio ciò che sono abituato a mangiare. Non è detto che sia sensato. Non è detto che il resto della gente che mangia diversamente da come mangio io sia in errore.

Parlo italiano. La mia lingua è così strana. Pronuncia, pronunzia. Installare, istallare. Ciò che dico, ciò che possiede la mia lingua è frutto di trascrizioni antiche. E' frutto di trascrizioni antiche di persone che hanno appuntato ciò che ascoltavano. Fra di loro c'era gente sorda che magari non ha sentito la "N" prima della "S" e ha preso per il culo un'intera comunità. Ciò che dico è semplicemente frutto di errori di ortografia vecchi quanto l'uomo. Che motivo c'è di parlare. Cosa scrivo. Perde di significato la parola.

Festeggio il Natale. Lo festeggio da Cristiano, come tutti i Cristiani. Faccio l'albero di Natale. L'albero di Natale è pagano. Chi ha detto che il Natale è il 25 Dicembre? Il Natale... Già... Il Natale... E Pasqua? E l'epifania? E San Valentino? Chi ha detto che è il patrono degli innamorati? Perchè? San Valentino... Le feste comuni... Le ideologie comuni... Crollano...

Tante le incognite. Contraddizioni, verità di oggi, bugie del passato. Siamo frutto di cosa? Cosa sarebbe successo se...?

MACHECCAZZO HO SCRITTO?
mercoledì 22 dicembre 2010 5 commenti

CESSI


Apro la serie dei post "Sturamente" con l'invervento che ha ispirato il blog. Da una cazzata del genere, una notte, ho maturato l'idea dell'otturazione. Primo esempio di otturazione sturata che mi ha portato fino alla creazione del blog stesso.

Vorrei catturare la vostra attenzione giusto per un paio di minuti e spingervi a leggere quanto sto per scrivere. Non lasciatevi ingannare dall’argomento che può sembrare banale o imbarazzante per alcuni. La discussione prenderà una piega diversa, inaspettata forse, ma vi assicuro che non deluderò le vostre aspettative e si rivelerà interessante.
Vorrei parlare di Cessi. Avete letto bene. Di gabinetti. Quelle robe di ceramica, rotonde, dalla grande bocca spalancata piena d’acqua quasi come facesse i gargarismi.
Tutti noi ne abbiamo uno in casa. Tutti quanti. E per tutti intendo dire TUTTI (se tu che stai leggendo probabilmente non hai un gabinetto a casa, beh, hai capito perché non riesci a trovare na ragazza).
I CESSI. Li usiamo ad intervalli quasi regolari durante la giornata. Ci andiamo tutti al bagno. Nessuna distinzione di razza, di colore, di classe sociale, di conto in banca, di forma fisica. Tutti uguali. Il cesso non è razzista. Oserei dire che è l’unica cosa che accomuna noi abitanti del mondo. Posso dire di non avere gli stessi soldi che ha il Berlusca. Ma lui va a cagare (in questi giorni spesso). Ci vado anch’io. Posso dire di non avere lo stesso fascino di Raoul Bova. Ma lui va a cagare. Ci vado anch’io. Posso dire di non essere famoso come il Papa. Ma lui va a cagare. Ci vado anch’io. Posso dire di non essere nero come Balotelli. Ma lui va a cagare. Ci vado anch’io. Che nobile animo possiede il cesso. Ci rende UGUALI. VERAMENTE uguali.
Eppure nessuno ne parla. Ma perché? Ma ovvio. E’ un argomento imbarazzante. Dai, non si può discutere di cessi. Non puoi mica incontrarti al bar con gli amici e parlare di gabinetti. Ma no. Non si possono tirare in ballo questioni simili.
E perché? Perché non parlarne? Cosa c’è di imbarazzante? Se l’interlocutore è stitico potrei pure capirlo, ma in fondo è una legge di natura. Tutti passiamo dal cesso almeno una volta al giorno.
Il gabinetto è un incompreso. Vorrei battermi, mentre scrivo, per i suoi diritti. Ce ne vergognamo, lo emarginiamo. Non lo consideriamo né tantomeno gli rendiamo atto della sua generosità. Eppure lui è sempre lì, pronto a soddisfare i nostri bisogni.
Durante la costruzione di una casa la prima cosa a cui si pensa è il bagno. Lo si fa. Ce lo dimentichiamo. Serve solamente quando serve. In linea di massima però viene mal considerato, denigrato, offeso. Lui riceve le critiche in silenzio, ancora pronto a darci una mano quando gliene chiediamo supporto.
Tutti noi abbiamo un cesso interiore. Una parte che ci vergognamo di mostrare. Ma è una parte che c’è. La possediamo. Ma ovvio che non verremmo accettati se iniziassimo a mostrare il vero cesso che costituisce il nostro sfarzoso arredamento di qualità. Tutti ci mettiamo in mostra per far vedere agli altri quello che gli altri vogliono vedere in noi. Quando fai vedere la tua casa agli ospiti, non parti mica dal cesso! Parti dal salone, prosegui con la cucina, la camera da letto e poi arrivi al bagno. Oh si, carino! Ma in fin dei conti resta pur sempre un cesso. ENNO’!! E’ un cesso, merita rispetto. Quando ti presenti alla gente, metti in mostra le tue qualità migliori: generosità, simpatia, fascino. Nascondi le parti più turpi del tuo animo (paragonabili al cesso) per evitare di creare scompiglio nei tuoi rapporti interpersonali. Ma quelle qualità usciranno fuori (come andrai in ogni caso al cesso quando non potrai farne a meno) e sarà allora che ti conosceranno per quello che sei veramente. E’ inevitabile. Tutti andiamo a finire nel cesso. In ogni aspetto della nostra vita. Non lo consideriamo perché è abominevole, bieco, brutto, cattivo, disonorevole, ignobile, indegno, infamante, lercio, losco, osceno, perfido, perverso, schifoso, sciagurato, sozzo, sporco, sudicio,  mostruoso, orrendo, ma in fin dei conti ce ne serviamo. Siamo tutti cessi quando ne abbiamo bisogno. Abbiamo bisogno di un cesso quando abbiamo dei bisogni.
E’ un ottimo modo per far colpo sulle ragazze. Quando cerchi di trovare qualcosa in comune, qualcosa che vi renda “simili” per creare una certa sintonia si può semplicemente dire “Io vado al cesso, tu?”; certamente risponderà di sì. Eppure non lo facciamo. Si dicono un mare di cazzate senza senso che magari non creano nemmeno dialogo. Il cesso è anche sinonimo di sincerità.
Per cui vi invito a pensare. Vi invito a riflettere. Rivalutiamo il cesso che è in noi. Perché avere paura di mostrarlo, di parlarne? E’ la nostra realtà quotidiana. Sveliamola.
lunedì 20 dicembre 2010 4 commenti

Perchè sturamente?

Cos'è Sturamente? Perchè Sturamente? A che serve Sturamente?
In fondo credo che siano domande che mi pongo IO stesso. Magari le risposte le leggero' IO stesso. Magari non ve ne frega na mazza. Magari nessuno seguira' mai il mio blog. Ma in ogni caso devo (o mi devo) delle giustificazioni.

Sturamente non ha alcun senso. E' un altro stupido blog come tanti. E' un blog che serve solamente a chi "blogga" per impegnare parte del suo tempo inutile durante la giornata. Il blogger che ha tempo inutile da sprecare e che non lo impegna seriamente sono io. E' una sorta di diario di bordo, un diario di bordo senza bordo. E' un cesso di blog, lo si vede gia' dall'immagine d'intestazione. Ma è un cesso diverso questo. Sturamente è un cesso otturato che ha bisogno di sturarsi. Un cesso otturato non serve a nulla e per questo motivo, insieme qualora lo vogliate o da solo, cercherò/cercheremo di sturare giornalmente me stesso/noi altri. Sturamente parte dall'idea di avere la mente così satura, così impregnata di schifezze che l'unico modo per liberarla è SCRIVERE. Scrivere qualsiasi cosa. Liberare lo scarico dalla monnezza che ne impedisce il corretto funzionamento. Non avremo bisogno di nessun Mr. Muscolo Idraulico Gel. La sola idea di confrontare delle idee è piu' che sufficiente. Non ci saranno restrizioni, argomenti ben precisi, impedimenti di nessun genere. Spazieremo dalla carne al pesce, dal brutto al bello, dalla politica al cirque du soleil (argomenti in fondo affini fra loro), dal piu' piccolo, inutile e grammaticalmente scorretto post al più socialmente e culturalmente impegnato.

Insomma, ecco tutto: Sturamente è un blog per otturati. Sturamente è il mio blog per la mia condizione di otturato. Sturamente mi permette di scrivere. Scrivere mi permette di sturarmi. Leggere quanto ho scritto per sturarmi spero che, in qualche modo, possa sturare pure voi (sempre che ne abbiate bisogno)....


P.S. Vi informo che il cesso in vetrina è quello di casa mia... No, così, a titolo informativo... Niente di che :)
 
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