sabato 25 febbraio 2017 0 commenti

Fai bei sogni

C'è un posto in un angolo di buio in cui le note grigie della giornata si disperdono e si fanno notte. Un rantolo, il respiro affannato dal fumo e dalla cenere, i polmoni in gola e il fegato rancido, a cuore aperto s'intorpidiscono i sensi e s'annebbia la ragione.
A letto non è mai troppo tardi. Svegliarsi è un privilegio per pochi, quando il torpore dell'oblio coccola le membra non c'è folle che non vi s'abbandoni. Fai ancora bei sogni, la primavera è in ritardo, l'inverno è lungo e gelido. Ma lascia che ti racconti una storia, fatta di cavalli pazzi ed elefanti rosa, su mari di cristallo e lune di corallo. Ho vinto la battaglia di Waterloo e sto imparando a volare. Può di nuovo essere Natale, camino acceso e odore d'arrosto, i regali sotto l'albero e la neve se ne frega. Ti giri un attimo e le perdi sotto le lenzuola, gioie e noie, s'impregnano di sudore e bava, alla bocca. Sulle labbra i segni dei denti, conficcati nelle carni per la rabbia e le parole mai dette, sulla lingua i peli d'un fiore avaro e languido, sulle mani la sadica voglia di tirare il collo alle favole.
Fai bei sogni, se ne hai. Se dormi di stenti l'anima se ne accorge, si ribella e grida pace, l'inferno apparecchia e l'ira si nutre. Ma le prime luci dell'alba s'avvicinano, fai in fretta. Lasciami ancora qualche minuto prima di riprendere coscienza, lascia che mi aggrappi con le unghie e con i denti alle fuggevoli carezze della notte, nel silenzio della mia incoscienza, solo mia, lasciamene un sorso ancora di quell'irresistibile voglia di bere menzogne e follie, nessun raggio di sole dovrà svegliarmi, prima che il sipario cali, un applauso ai figuranti, la sveglia sta per suonare, aspetta, è il momento, ancora un minuto, sta per cadere l'ultima goccia di moccio dal naso, ci sono quasi, la luce è lì che s'inerpica fra le tende e le sottili sfoglie di palpebra che timide si stringono al far della... mattina! 
E' mattina. Apri gli occhi e le pupille ancora non lo sanno. E' mattina. Non ci sono cavalli né elefanti, non è Natale, niente arrosto, gli unici odori sono quelli delle scorregge.
Niente stelle fino alla sera. Sopra la testa un soffitto pallido, immobile, ignora ogni cosa e sta al suo posto. Si abbassa se lo fissi, ti viene vicino e ti urla silenzioso all'orecchio che nel vuoto puoi annegare, se non lo riempi. La prima cosa da fare è la pipì...

 
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