mercoledì 16 maggio 2012

Europoly

Un maggio stanco, inutile, come le vie di mezzo che non sanno da che parte schierarsi. O lasci che l'estate prenda il sopravvento o contratti con la primavera, addirittura con l'inverno. La scuola stava per finire, gli ultimi sforzi d'ordinaria amministrazione prima del risveglio dei sensi.
Italo se ne stava tranquillo e silenzioso, piegato sul dizionario di latino tentando di rovistare fra le defunte parole che risuscitarono poi l'italiano. Suonò il telefono.
"Italo, sono Germano. Hai da fare? Perché non vieni da me? Ho preso un gioco da tavolo fantastico. Ci sarà da divertirsi. Ah, un'ultima cosa. Chiama Ellade, io informo Ispanico e altri 23 amici. Ci vediamo qui alle 18:00."
Erano le 17:30. Italo sapeva bene che non avrebbe mai potuto finire in tempo la sua versione, ma la voglia di scoprire le nuove cianfrusaglie di Germano era fin troppa. Scese di corsa, chiamò Ellade e confermarono gli impegni presi. La madre di Italo, origliando dalla cucina la telefonata e il fermento del figlio, chiese spiegazioni. Italo spiegò ed allora giunse la fatidica domanda:
"Hai fatto i compiti?!"
Italo, con sicurezza malcelata, rispose di sì. Ordinaria amministrazione, anche in questo caso.
In meno di mezz'ora giunsero le 18:00. Ellade, Ispanico, Italo ed altri 23 fanciulli, puntuali e con lo stesso brio in corpo di un merluzzo panato immerso nell'olio bollente, attesero che Germano aprisse loro la porta. Finalmente.
La porta si aprì e Germano li accolse invitandoli ad entrare. Dopo i convenevoli di rito, si accomodarono tutti quanti in una grande sala preparata per l'occasione. Germano era un tipo schizzinoso e pignolo, a certe cose ci teneva.
Su di un tavolo rotondo al centro della sala se ne stava inerme e silenzioso il gioco di cui Germano con orgoglio parlava. Europoly.
"Prego, accomodatevi. Prima di iniziare la partita occorre che io vi spieghi le regole di Europoly!"
Tutti quanti presero posto, ma una sedia rimase vuota.
"Dunque, vi spiego. In Europoly i giocatori competono per guadagnare denaro mediante un'attività economica che coinvolge l'acquisto, affitto e commercio di proprietà terriere mediante denaro finto. I giocatori a turno muovono sul tabellone di gioco secondo il risultato del tiro di due dadi. Il gioco prende il suo nome dal concetto economico di monopolio, il dominio del mercato da parte di un singolo venditore. Per evitare che qualcuno di noi si carichi il noioso fardello di gestire i denari della banca centrale, ho invitato pure mio padre. Sarà lui il nostro banchiere."
Un omone entrò in sala, vestito di tunica nera con cappuccio, dal volto completamente coperto. Se avesse avuto una scure fra le mani si sarebbe detto in giro che il padre di Germano facesse il boia.
"Siete pronti?! Iniziamo! Ecco i vostri soldi e le vostre proprietà! Un'ultima cosa. Ad ogni passaggio dal via dovrete pagare degli interessi alla banca in base al valore della moneta che la banca stessa vi ha prestato e in base alla credibilità che vi guadagnerete durante il gioco! Tranquilli, stiamo pur sempre usando denaro finto..."
Tutti si guardarono perplessi. Ellade, che con la filosofia a scuola se la cavava ma in matematica era proprio una merda, sentiva il prurito del malaugurio all'ano. Italo, figuriamoci, era negligente con i compiti per casa, poteva forse sperare di seguire le regole del gioco? Ispanico? Non ne parliamo. Gli altri 23 fecero la loro partita, ma arrancavano tutti quanti di fronte alle abilità di Germano che, avendo comprato il gioco una settimana prima, oltre a studiare il regolamento, si era informato per benino su Google e sapeva come muoversi.
Lo stronzo saputello della classe, Francesco, se la cavava. Ma a primo turno beccò la galera e rimase fermo un giro.
Italo tirò i dadi. Sei.
"Imprevisti. Cazzo. Giro di prostituzione minorile: andate direttamente in prigione e senza passare dal via."
Francesco uscì. Tirò i dadi. Undici.
"Probabilità. Gheddafi minaccia il tuo petrolio. Spese di guerra: 5 milioni per ogni caccia e 2 milioni per ogni elicottero."
Dadi su dadi. Tiri su tiri. Germano iniziò a costruire case ed alberghi su Parco della Vittoria e su Viale dei Giardini. Nel frattempo i debiti verso la banca centrale si alzavano vertiginosamente ed inevitabilmente. Chi aveva liquidità in mano pagava e continuava a giocare, gli altri non poterono far altro che chiedere nuovi prestiti in cambio delle merendine portate da casa.
Toccò a Ellade, lo sfigato. Tirò i dadi. Dieci. Niente. Lo stronzo di Francesco, che non sapeva farsi i fattacci suoi, precisò:
"Hai fatto doppio, devi ritirare."
Ellade ritirò. Tre caselle lo dividevano dal Parco della Vittoria. E cosa uscì?
"TRE!!! PUTTANA EVA A TE! CHE TU SIA MALEDETTO! Quanto ti devo, Germano?!"
"Mi devi 70 miliardi" rispose Germano prepotente.
"Ma io, non posso, non posso pagarti, non riesco, non arrivo, non ho tutto quel denaro. Ho un debito pubblico con tuo padre al 144,9% del PIL. Come faccio? Ho pure finito le merendine..."
"Mi spiace, dovrai abbandonare Europoly..."
Il padre di Germano s'alzò e si allontanò per qualche minuto. Tornò lentamente seguito dal macabro trascinarsi del metallo freddo di una scure sul pavimento. Alzò il destro e prima che Ellade potesse alzarsi dalla sedia lo giustiziò. Germano, per niente scosso da quanto era appena successo, sicuro di sé riprese i dadi.
"Tocca a me..."
Gli altri giocatori, impauriti e col cuore in gola, volevano volentieri tornarsene a casa, abbandonando Europoly con la testa sulle spalle. Ma il terrore li paralizzava saldandoli alle sedie.
Italo, nel frattempo, stava per uscire di prigione e Viale dei Giardini non era poi così lontano come sembrava...


(la descrizione utilizzata da Germano per spiegare il funzionamento del gioco è stata liberamente tratta da "Wikipedia - Enciclopedia Libera" essendo sintetica, completa e adeguatamente chiara)

4 commenti:

Nicole ha detto...

ah però!...Faccio schifo in matamatica,come la mettiamo adesso?
Devo rileggere altre cento volte minimo...:)
Ma sento che è una genialata:)

Andrea ha detto...

hahaha fantastico...complimenti davvero me lo sono proprio goduto, anche se la tua amarezza di fondo è omrai un marchio di fabbrica ;)!(eh sì..i "franceschi" sono proprio degli stronzi saputelli).

Pierpaolo ha detto...

Al prossimo passaggio dal via sarà Italo a saltare dalla sedia... A presto Andre :)

Pierpaolo ha detto...

E' una semplice partita a Monopoli fra vecchi nemici... Un saluto Zia..

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