lunedì 21 febbraio 2011 2 commenti

INFERNO - CANTO XXXV

TEMPO: 21 febbraio 2011

LUOGO: Inferno. Girone dei telematici. In un silenzio irreale coloro che furono schiavi del proprio computer continuano ad alienarsi di fronte agli schermi.

CUSTODE: Bill Gates, fondatore della Microsoft

COLPA: Rincoglionimento totale.

PENA: Contrappasso per analogia. Come in vita desiderarono rimanere per sempre davanti ai loro monitor, adesso dovranno starci per l'eternità cercando di completare un videogame senza fine.

Giunsi in sereno e mite loco,
tanto lo scuro da destar sospetto
sicchè ivi mi timorai non poco.

Stordito venne a lo mio cospetto
Bill, lo padre de lo calcolatore
e l'inventore de lo gran diletto.

«Prest'attenzione, mio grand' oratore»
con lo far da imbecille mi disse,
«ivi stan computer accesi da ore»

Vuolsi ad osservar l'apocalisse
e scorsi gente a pigiar tastiere
sanza che il lor gioco mai finisse.

Giammai lor sguardo ciel potè vedere
e l'occhi da lo sangue infuocati
nient'altro voller canoscer o sapere.

Sempre furon'al mondo alienati
ridotti a vegetal condizione
chè da la TV e lo PC catturati.

Oramai remota la salvazione,
rei di aver perso i loro anni
niuno per loro ebbe attenzione

ma in vita son fessi a tal danni.
giovedì 10 febbraio 2011 5 commenti

Memorie di una linea spezzata

Ne approfitto per ricordare a tutti coloro che gentilmente continuano a seguirmi e che riescono a tenersi in contatto con me solamente tramite internet (data la distanza geografica) che non sono ancora morto, il blog non è ancora morto e che è tutto ritornato come prima. In queste settimane ho solamente avuto problemi di linea, problemi di ADSL che non posso non condividere con chiunque avrà voglia di leggerli. A causa del coinvolgimento di gente diversa dalla mia persona, ho deciso di utilizzare nomi fittizi, mai sentiti prima d'ora per non parlare direttamente degli interessati. Sottolineo fittizi, sottolineo fantasia. Berlusconi Silvio (fantasia) sarà mio padre. Berlusconi Marina (fantasia) sarà la figlia dell'altro Berlusconi Silvio causa dell'omonimia. Ma veniamo ai fatti.

Le tristi circostanze lasciano intendere che le profezie Maya sul 2012 siano più che fondate.
Tutto iniziò lunedì 31 Gennaio 2011. Ore 18:00.
Mia madre, visibilmente provata, mi informò che la nostra linea telefonica non era più abilitata né a ricevere né ad inviare chiamate. Alzai la cornetta. Era tutto vero. Non ebbi nemmeno il tempo di digitare qualche numero che la solita, odiosa vocina registrata mi diede la turpe notizia. Sorpreso e scosso, corsi a controllare il corretto funzionamento della linea ADSL. Fortunatamente, almeno quella, sembrava non aver subito alcun sopruso. Non fu possibile in ogni caso accantonare il problema. Nonostante internet funzionasse a meraviglia, la linea telefonica era ancora fuori uso e nel 2011 non è granché conveniente tornare a filo e bicchiere (comprali ai vicini, ai parenti, passa lo spago... No... Non si può). Ok, restiamo calmi. Sarà stato sicuramente un errore. Risolveremo ogni cosa.
Nonostante l’evidente stato confusionale e nonostante la tensione, mio padre riuscì a trovare la forza per poter chiamare  il 187. Dio assista i poveri malcapitati che ricevono le quotidiane lamentele di utenti dalle balle girate. Ecco, uno di loro si prese le nostre.
Salta improvvisamente fuori che il sig. Berlusconi Silvio (mio padre), residente a Palazzolo Acreide non ha più una linea telefonica. La sig.ra Berlusconi Marina (sua presunta figlia secondo gli operatori) ha appena fatto disdetta per la morte del padre (omonimo Berlusconi Silvio residente a Palazzolo Acreide ma di diversa stirpe). Ora, mio padre, che ha piena conoscenza e consapevolezza di quanti e quali siano i suoi figli, dice all’operatore che non ha nessuna figlia di nome Berlusconi Marina e che non ha mai fatto nessuna disdetta. Mia madre, che dall’altro lato ascoltava la conversazione, si è un po’ preoccupata e ha per pochi minuti messo in dubbio la fedeltà matrimoniale del proprio marito. Preoccupazioni vanificate dalla data di nascita della sig.ra Berlusconi Marina: 1960. Il sig. Berlusconi Silvio (mio padre) è del 1958. Questo vuol dire che, per quanto precoce possa essere, mio padre di figlie con quell’età non ne poteva proprio avere (nemmeno Rocco Siffredi riuscirebbe a far di meglio nonostante a 2 anni avesse già girato 10 film da 120 minuti l’uno e vinto 4 premi Porcar).
L’operatore e mio padre continuano a conversare (mentre mia madre rimette la fede al dito) e salta fuori che per uno sciagurato caso di omonimia è stata tagliata la linea telefonica sbagliata. Io, dalla mia stanzetta, ascolto tutto. Rido. Bestemmio. Maledico l’impiegata/o che, per un abuso di menefreghismo e superficialità, non si è nemmeno curata/o di controllare le corrette generalità dell’utente a cui avrebbe dovuto staccare la spina. Prego anche che le maledizioni non si avverino per una serie di conseguenze che metterebbero a rischio l’incolumità dell’intero corpo lavorativo “Telecom Italia S.p.A.”
Bene. Che si fa? Ma si cambia numero, ovvio. Si fa un nuovo contratto e tutto torna alla normalità.
COOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOSAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!?!?!?
Manco per sogno. Rivogliamo il nostro vecchio numero, la nostra vecchia vita, la nostra sanità mentale. Ok, bene, nessun problema. Ripristineremo al più presto la linea, non preoccupatevi; purtroppo non garantiamo nulla per quanto riguarda la sanità mentale.
Perfetto, pensai, pazienza, Alice sta ancora in casa mia e internet continua ad andare. Sì. Continua ad andare. Come non detto.
Ore 20:10.
Mi rilasso davanti al computer, collego su google e.... NIENTE INTERNET. Desolazione, devastazione, morte, distruzione, massacro, genocidio, tristezza, angoscia, panico, odio, shock. Dio mio. Niente più internet. E’ andata via anche lei, Alice. Non si naviga più, la barca è affondata. Tagliato fuori dal mondo. Inerme giace il modem che non riceve più segnale dal cavo ethernet. Inerme giaccio io che non ricevo più segnali di vita da un cervello ormai privo di sensi. Niente panico, entro 48 ore devono aggiustare tutto. Posso farcela. Riscoprirò in questi giorni che si può ancora continuare, nel 2011, in una società moderna, a vivere senza connessione. In fondo c’è di peggio. Mi preoccupo di un bisogno che non è primario. I problemi sono altri. C’è la guerra, c'è la fame nel mondo, c'è Roberto Giacobbo; tantissima altra gente baratterebbe volentieri i miei “problemi” da provincialotto. Resisto. Resistiamo tutti quanti.
Miracolosamente mercoledì 2 Febbraio 2011 San Pietro ripristina la nostra linea telefonica. Tutto risolto e il tempestivo intervento dei tecnici lascia pensare che in Italia si è ancora presi in considerazione nonostante non si abbia la stessa importanza delle tette di Ruby ad Arcore. Certo. Come no. Torna il telefono. Ma quella zoccola di Alice dove sta? Inizia l’Odissea.
Se mai durante gli anni di Omero fosse esistita una linea ADSL sono certo che nel suo poema epico il vecchio cantastorie cieco non avrebbe mai frustrato Ulisse in questo modo. Si riesce a far fuori tutti: Polifemo, Circe, Calipso e i Proci, ma maledizione avere a che fare con la Telecom mette alle strette qualsiasi fermezza d’animo. Chissà come si sarebbe comportato Ulisse dal multiforme ingegno. Dal canto mio posso solamente ringraziare Dio di non essere Musulmano perché, con la speranza del paradiso, mi sarei volentieri riempito di tritolo e avrei altrettanto volentieri fatto una visita (amichevole) alla sede centrale della Telecom. Lasciamo perdere.
I giorni passano, le telefonate pure. Mio padre chiama così tante volte il 187 che non appena un operatore risponde lo chiama per nome ancor prima che quest’ultimo possa presentarsi. In compenso ci siamo fatti un sacco di amici.
“Non si preoccupi, in serata ripristineremo la linea”, “non si preoccupi, prima delle 18:00 avrà di nuovo l’ADSL”, “non si preoccupi, stiamo lavorando sodo per lei, fra meno di 24 ore la sua connessione sarà ristabilita”. Qui non si preoccupa nessuno, ma nemmeno voialtri ve ne state curando.
Mercoledì 9 Febbraio 2011.  Ore 14:45.
Ennesima telefonata al 187. Stavolta sono chiari. La linea non verrà riallacciata prima dell’11 Febbraio. Occorre fare un nuovo contratto. Mio padre riattacca, torna e mi comunica la notizia. Un colpo al cuore. Resto in silenzio. Sembra quasi che io abbia digerito il boccone amaro. Ma non è così. Brucio, soffro, mi corrodo dall’interno. Non è possibile. Io, senza Alice. Fine. L’inferno in terra. Decido di pregare. Chiedo aiuto a Dio, colui che tutto può, tutto vede e a tutto provvede. “Ti prego, ripristina la mia linea, fa che Alice ritorni”. Ed ecco che arriva il miracolo.
Ore 15:10. Il led, che con il suo triste e struggente colore rosso segnalava la mia più dolente piaga, muta e diventa verde speranza come lo era una volta. Torna la linea. Mio Dio, Dio esiste! Non è possibile. Chiama un operatore e ci dice che l’ADSL è nuovamente attiva. Sogni di gloria realizzati, Festa Nazionale, tripudio di gioia e felicità per un evento così magnifico. Io ed Alice. Di nuovo insieme. Come una volta. Per sempre (salvo imprevisti)...

 
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