domenica 12 agosto 2012

Affittasi bilocale

C'è una stanza nella nostra mente subito accanto a quella della memoria in cui vengono stipati i fantasmi dei ricordi. La memoria tiene la porta sempre aperta e lascia che chiunque, liberamente, possa entrare ed uscire a proprio ghiribizzo e discrezione, inquilini di passaggio.
Tra i ricordi invece è consuetudine che ci sia maggior discrezione, la porta resta sempre chiusa e varcano la sua soglia solamente pochi e meritevoli eletti.
Alcuni se ne stanno lì fermi per anni dopo esservi entrati e invecchiano fra l'odore acre delle sigarette e della monotonia. Non è possibile infatti che abbandonino la propria dimora quando lo desiderano dato che solamente il caso o la triste mancanza può dar loro la libertà. Ed è un bene per la sanità mentale del padrone di casa che se ne stiano per lungo tempo segregati dentro. 
I più giovani ricordi, da poco entrati, sanno che difficilmente verranno chiamati all'appello fuori dalla stanza, per questo se ne stanno silenziosi a girarsi i pollici sdraiati nelle loro brande e guardando il soffitto. Gli anziani, ben coscienti che da un momento all'altro può giungere il loro turno, sono sempre carichi e pronti, in attesa di poter sfogare l'energia accumulata nel tempo che tutti gli uomini sono soliti chiamare "nostalgia".
Basta poco, purtroppo, affinché gli sbarramenti si spalanchino. Un odore familiare, le note già suonate di un'amara melodia o, più spesso, rielaborazioni di realtà vissute e riproposte dal desiderio, ladruncolo da strapazzo che a volte forza la serratura e lascia che ricordi, vecchi e giovani, fuggano via.
Non appena per uno di questi svariati motivi i sedentari e silenziosi inquilini hanno la possibilità d'evadere, s'incanalano come forsennati nel torrente ematico e raggiungono ogni organo o angolo del corpo. La mente, padrone di casa, per evitare lo shock tenta quindi in tutti i modi d'arrestare la loro avanzata; i giovani ricordi, ancora inesperti, vengono a volte ricacciati dentro, ma gli anziani, abili e saggi, guizzano via e corrodono dall'interno.
Come tarli affamati macinano cuore e fegato, creando disturbi e risentimenti. Gli occhi, vittime degli stessi trattamenti, vengono costretti a proiettare nella mente quanto in passato ebbero modo di vedere, perché è proprio l'atto visivo il diretto responsabile della segregazione di giovani ed anziani nella stanza dei ricordi. Per questo motivo, per avere vendetta certa, l'energia sprigionata, la "nostalgia", è così potente da invadere anche gli attimi in cui si guarda la vita ad occhi chiusi, cioè i sogni. Nemmeno loro vengono risparmiati e sfortunata è la sorte di chi sguinzaglia i ricordi nel sonno, poiché è così reale la situazione in cui la mente viene dolcemente catapultata che il risveglio infrange per due volte la speranza che sia ancora una volta tutto vero.
L'unico modo per liberarsi della stanza dei ricordi è l'apatia, ma questo implicherebbe un'esistenza di distacchi, lontana dai piaceri e dal sale della vita.
Alcuni, invece, decidono di rendere innocui i fantasmi del passato rimpiazzandoli con un nuovo presente. Questa però è una soluzione in fin dei conti trascurabile, perché alla sopraffazione dell'uno corrisponde la nuova e possente forza dell'altro.
E' innegabile, a questo punto, che ad ogni mancanza corrisponde il ricordo d'aver avuto, mentre nuovi inquilini vengono ospitati nel corso della vita. 
E secondo il postulato che non esiste "nessun maggior dolore che ricordarsi del tempo felice ne la miseria", molti uomini sono indotti ad aver paura della vita e della felicità, scansando quanto di più piacevole possa offrirgli l'esistenza poiché, a ragion veduta, ogni inizio decreta immancabilmente una fine. 
Ma se il timore del non-essere ci priva d'essere, chi può dire d'essere?

2 commenti:

Andrea ha detto...

io ho un evasione di massa in corso...bella e faticosa. Bellissimo post, complimenti!

Pierpaolo ha detto...

Evasione di massa? Stringi i denti...
Grazie Andrea, a presto...

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