giovedì 4 ottobre 2012

Convivium

Case umili e basse, essenziali nello svolgere la loro modesta funzione di dimora. La notte stanca ed assopita s'adagiava fra i vicoli e i contorni della città tingendo di nero pece uomini e cose. Un'unghia di luna timida nel cielo sereno litigava con le stelle, ma la sua luce immatura e fioca rendeva impari la contesa, rimandandola a tempi migliori di plenilunio.
Fra le bastevoli sembianze delle abitazioni, un'imponente palazzo si stagliava alto oltre il sopore  della gente comune. La luce che spirava dalle finestre rompeva la quiete del buio contribuendo allo strano senso d'alienazione proprio di quell'edificio. Al suo interno, fra le grasse risate dei vizi, un pugno d'amici intorno ad una tavola imbandita si lasciavano andare alle frivolezze e ai piaceri della vita.
Un'ampia stanza, ben arredata e dal gusto barocco con volte ricamate d'estro creativo e mobili pregiati, accoglieva al suo interno un lungo tavolo sopra il quale ogni sorta di pietanza era prima un trionfo per gli occhi e poi una consacrazione per la gola: polli arrosto fumanti e profumati di spezie, costine di maiale in crosta di pistacchio, salse e sughi d'ogni tipo, polpettone prosciutto, mozzarella e piselli, strozzapreti affogati in crema di scampi, tagliatelle all'uovo con zucchine e gamberetti freschi, ostriche, astici, impepate di cozze, patate al forno dorate come pepite, champagne e vino rosso, rigorosamente servito da grosse anfore di ceramica.
Tutti quanti i commensali s'ingozzavano allegri e felici, mentre i loro sensi venivano eccitati dalle delicate carezze delle loro concubine. Un elemento bizzarro, giustificabile, accomunava tutti i partecipanti, concubine comprese. Erano tremendamente grassi. Grassi a dismisura, il collo incassato fra le spalle, il mento arrotolato su di sé, il ventre estremamente rigonfio e flaccido, indistinguibili i seni fra uomini e donne, le cosce rotonde straripanti dalle sedie come argilla molle, le dita tozze, simili a salsicciotti, afferravano avide il cibo in tavola infilandosi poi nelle boccucce bavose dalle quali tracimava di tanto in tanto qualche brandello di carne o pesce. Simili a grugniti le loro risate s'alzavano alte, sempre più soddisfatte, interrotte solamente dal tonfo sordo di alcune sedie che s'abbandonavano al peso di quella mole informe e viziata. Alcuni di loro, agli angoli della stanza, si spingevano oltre e univano in impasti raccapriccianti i propri sessi con quelli delle concubine. Sporchi di cibo, sudati e impuzzolentiti dal peccato rancido dei loro piaceri, se ne stavano lì, ridendo, mangiando, bevendo, rotolandosi per terra come porci sul vino che dalle anfore, per l'euforia, traboccava via.
Quelli fra loro che non s'erano ancora denudati, portavano scomposti giacca e cravatta. I segnaposto sul tavolo rivelavano i nomi dei commensali: Sicilia a capotavola, a destra Calabria, poco più avanti Campania, ancora dopo Lazio, a seguire Emilia, Veneto, Lombardia e tanti altri. Sicilia, Lombardia e Lazio, i più gravidi di vizio, erano stati i primi a cadere rovinosamente per terra poiché le loro sedie, ormai stanche, non ressero alle vessazioni di quella imponente mole.
Anche le altre sedie cigolavano minacciosamente, aspettando solo il momento propizio per andare in pezzi. 
Le grasse risate in ogni caso non cessavano e corsero nel vento della notte. 
Odiose e rivoltanti sfondavano le porte delle abitazioni limitrofe, disturbando la quiete degli umili cittadini. Usciti controvoglia dal sonno, uomini e donne aprivano lentamente gli occhi...

12 commenti:

Anonimo ha detto...

aprire gli occhi è un inizio, ma non basta...

Mentre leggevo visualizzavo mentalmente la figura di un uomo, che in Tv in questi giorni è stato sempre presente...

Lara ha detto...

Casette e palazzi, convivi e sedie rotte (non si sa per quanto)
Volgarità dilagante ...

Ottimo ritratto, Bl4cKCrOw, è il soggetto che si digerisce male.
Ciao e buon venerdì,
Lara

Andrea ha detto...

per quanti sforzi si facciano ad estremizzare la metafora, la realtà riesce ad esserne ancora all'altezza. Basta vedere le foto del merda-party. Buon weekend Pierpà!

Pierpaolo ha detto...

Spero che tu non l'abbia immaginato in un angolino, appartato, con chissà quale altra schifosa concubina... :|

Pierpaolo ha detto...

Molto male direi, più dei peperoni... :)
Grazie Lara, buon venerdì anche a te... Un abbraccio :)

Pierpaolo ha detto...

Ce l'ho messa tutta, ma hai ragione, la realtà è ben più disgustosa... Buon weekend anche a te André :)

Melissa ha detto...

Usciti controvoglia dal sonno, uomini e donne aprivano lentamente gli occhi... Ancora il sole non era apparso tutto all’orizzonte, ma i primi raggi riuscivano ad invadere lo spazio tra le stecche delle persiane, dichiarando che da li a poco il sole si sarebbe levato alto, dando luce e colore alle cose che la notte nasconde. Fuori le case il silenzio, dentro un leggero sibilo diventava brusio e rivelava che la messa in moto della vita era avvenuta con successo. Iniziava così una nuova giornata di lavoro che si sarebbe conclusa alle sei di sera, quando file ininterrotte avrebbero affollato strade a marciapiedi per tornare finalmente al punto di partenza. Quel mattino però non era un mattino come un altro, una normale giornata di lavoro da concludere per portare a casa lo stipendio, che come sempre sarebbe guizzato via appena incassato tra rate e debiti... Quella era una giornata importante, quasi una giornata di festa, di quelle feste che non si facevano da tanto tempo: si ammazzava il maiale.

Uomini e donne, svegli e di buona lena andarono nella porcilaia. Naturalmente non si trattava di una porcilaia normale, ma di una porcilaia lussuosa e dotata di tutti i comfort: reparti grandi e climatizzati, accoglienti e dotati di qualunque svago! Sulle pareti colorate dei lunghi corridoi numerosi sono i dipinti e gli arazzi. Pensa che per realizzare questa porcilaia fu chiamato uno dei più grandi architetti italiani! (puoi trovare tutto qui http://it.wikipedia.org/wiki/Palazzo_Montecitorio)
Tuttavia, l’aspetto più interessante per i maiali era l’alimentazione, sempre disponibile e basata su ogni tipo di prelibatezza, non su mangimi e sfarinati! Così i maiali consumavano e ingrassavano a dismisura, si riproducevano in maniera esponenziale, erano diventati troppi e troppo grassi. Lo spazio da mettere a disposizione stava diventando troppo, c’era una sola soluzione: ucciderli. Gli animali stramazzarono a terra uno dopo l’altro. Fu un giorno di fioritura impetuosa: salsiccia, porchetta, salame, zampone e chi più ne ha più ne metta! Perché del maiale, si sa, non si butta via nulla.

Mi sono permessa di scrivere il sequel del tuo post (nota bene che c’è pure il lieto fine!), se ti piace possiamo scrivere un libro a 4mani! Ho già un’idea sul titolo: “Art. 1: l’Italia era una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene a pochi, che la esercitano come cazzo gli pare”. Mmmm forse un po’ troppo lungo...

Pierpaolo ha detto...

ahahhahhahahaahahha... E' un bel finale, l'ho apprezzato veramente tanto! Spero solo che l'abbuffata arrivi di sabato... E tu sai bene perché ;)
Bentornata Melissa... A risentirci :))))

Sileno ha detto...

MI sembra che hai fatto un quadro molto realistico della situazione politica italiana, un mio amico, ( che di politica è vissuto, (ma che ritengo almeno non disonesto), mi diceva che dopo lo sconquasso di mani pulite che spazzarono via un'intera generazione di politici, al loro posto siamo arrivati noi che eravamo politici di seconda e terza fila e in vent'anni abbiamo prodotto questi scarsissimi risultati, ma se ci rottamano anche noi, alle nostre spalle restano una miriade di cinquantenni anche più voraci ed ingordi e che vogliono tutto e subito e la maggior parte di loro sono personaggi da quarta fila, se l'analisi del mio amico è vera, allora al peggio non c'è mai fine.
Ciao

Nella Crosiglia ha detto...

Ottima scrittura, metafora molto meno allarmante della nostra cruda realtà....

Pierpaolo ha detto...

Ciao Sileno. Spero per me e per i miei colleghi delle nuove generazioni che la situazione ipotizzata dal tuo amico non si verifichi sul serio (anche se tutto lascia immaginare quanto veritiera possa essere). Personalmente mi sento molto deluso, deluso e amareggiato... Meglio lasciar perdere...
A risentirci presto Sile :)

Pierpaolo ha detto...

Ciao Nella e benvenuta su Sturamente :)
Come darti torto: parlando per metafore le prospettive non possono che essere delle migliori date le vomitevoli realtà che ultimamente si stanno palesando...

Spero di ritrovarti presto da queste parti... A risentirci :)

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