lunedì 17 dicembre 2012

17 dicembre 2012

Il freddo del Natale scalda le anime gelide d'inverno. Luci e addobbi. Nonostante i miei pastorelli quest'anno siano lontani me li immagino sempre al solito posto. Guanti, sciarpe e cappellini di lana. Cappotti, stivaletti e risate di genuino tepore. Musica dal vivo e note jazz, sorseggiando cioccolate calde e sogni. Dimmi quanto ti devo, perché non può essere tutto gratis. Quanto ti devo per questa improvvisa, sparsa ed imprevedibile felicità? Sarà salato il conto da pagare, perché quando scoccherà l'ora ancor più tristi diverranno i giorni in cui avrò nostalgia di questi dolci momenti. Mi manca il rapporto con la terra e la potatura. Differenziami. Sto diventando di plastica, prima ero organico. Ho come la triste impressione che i miei comportamenti non siano altro che banalissimi sbalzi ormonali, mentre la scienza chiama endorfina la mia felicità e cortisolo la mia frustrazione. Lasciami ancora sniffare il Natale. Sono proprio fortunato. Sono così fortunato che mi sento a disagio. Non mi accontento d'essere stato dolcemente carezzato dal destino. Che subdolo intreccio di favorevoli eventi. Non sto percorrendo strada alcuna, mi hanno preso per mano e mi accompagnano. Ma davvero me lo merito? La mia passione sopravvive e mi (ap)paga, ride della crisi e non si piega al turbine vuoto di chi si è (dis)adattato. Mi mancano le più insignificanti cose che hanno reso i miei affetti tanto grandi. Sono basso e felice. Se fossi stato alto avrei avuto una visione diversa del mondo. Se sei piccolo non scorgi i grandi problemi, ma ti alteri per nulla. Se sei grande, piccoli tarli corrodono la tua tranquillità, ma affronti a viso aperto le possenti avversità della vita. Tutti alla ricerca della felicità. Poi sono così ciechi da non frenare l'attimo in cui ce l'hanno di fronte. Io l'ho trovata tante volte: sorseggiando un caffè; cantando sotto la doccia; guardando la neve lasciarsi cullare dal vento scendendo pacifica sull'asfalto dove tutto corre veloce; sotto le coperte mentre fuori il mondo freddo imperversa; arrivando in tempo al gabinetto prima di farmela sotto; arrotolando l'ultimo quadratino di carta igienica riuscendo a pulirmi il didietro; trovando il petto di pollo in offerta a €4,99/kg. Vuoi forse cercarla altrove sta maledetta felicità? Viene e non te ne accorgi. La bestemmi e si allontana. Ma come credi di raggiungerla se non tribolando? Prima di conoscerla basta tastare l'esatto contrario per distinguerne le fattezze quando dell'attimo dirai "è bello", dopo averlo visto brutto. Lasciami sniffare altro Natale. Io arrivo in anticipo e devo aspettare il treno in ritardo. Arrivo in ritardo e il treno non m'aspetta. Ma stavolta ho dato una testata al destino e ancora non me ne capacito.

3 commenti:

Lara ha detto...

E' proprio così che, a volte, ci si può sentire.
Ma passa e si ritorna alla Terra, ai suoi profumi e alla sua concretezza.
E a quegli attimi, apparentemente fatti di poco, ma che ci rendono felici.

Scrivi molto bene, caro Bl4cKCrOw.
Ciao e che sia un Buon Natale!
Lara

Pierpaolo ha detto...

Apparentemente fatti di poco... E' vero... Basta saper aprire gli occhi e non fermarsi alle apparenze per scorgere la felicità di cui parli :)
Grazie Lara, buon Natale anche a te :)

Sileno ha detto...

Molto sagge le tue conclusioni, tanti auguri di Buone Feste e per un felice 2013.

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