giovedì 6 febbraio 2014

La tavola rotonda

A tal punto da far impallidire Lucullio, la Vita servì le più succulenti pietanze di cui disponeva. Per evitare che i commensali intendessero male la disposizione dei posti o che Incomprensione e Maldicenza fantasticassero sui lati lunghi e sugli angoli, si decise di apparecchiare su di una tavola rotonda. 
L'ora del banchetto s'approssimava e già i primi ospiti giungevano e prendevano posto. Per primi si sedettero Onestà e Slealtà; seguirono Coerenza e Ipocrisia, a braccetto accompagnati da Benevolenza e Maldicenza; chiusero la fila Misericordia e Incomprensione; anche se in ritardo, trovarono posto Quiete e Tempesta. Non appena le sedie furono tutte quante occupate uscirono i primi piatti, accompagnati da un caldo ed intenso odore di spezie. Ognuno ebbe la sua porzione e lascio al lettore lo sfizio d'immaginarsi quanti fra i suoi più saporiti peccati di gola osi soddisfare la propria fantasia. Risotti, lasagne e paste all'uovo, ravioloni e gnocchetti, salse di pomodoro e funghi trifolati.
Onestà terminò per prima, si ripulì le labbra con decenza e restò pacifica al suo posto. Slealtà, nonostante buona parte del suo piatto fosse già sgombra, accusò i camerieri d'averle servito una porzione ridotta. Coerenza, per sua natura schietta e sincera, accusò Slealtà d'essere falsa e menzognera. Tempesta si sentì chiamata in causa ed eccitata fece di tutto per aizzare i due commensali l'uno contro l'altro. Fortunatamente Quiete, paciere fra le parti e d'animo buono, diede metà della sua porzione a Slealtà la quale, soddisfatta del suo capriccio, ritornò a mangiare in silenzio.
Il banchetto proseguì senza ulteriori screzi fra i commensali. Tuttavia Maldicenza, seduta alla destra di Tempesta, tentò in tutti i modi di riportare la discussione sui toni aspri di poco prima ma Benevolenza, alla sinistra di Tempesta, compensava la becera insolenza delle lingue biforcute.
Dopo una breve pausa giunsero i secondi piatti. Stinco di maiale arrosto, fumante, il cui grasso ancora sfrigolava, polpette al sugo, trota alle erbe, filetti di orata e scaloppine, straccetti di pollo, costolette e calamari. Vita si dava un gran da fare in cucina.
Slealtà, ingorda, tentò il solito gioco delle porzioni dimezzate. Incomprensione stavolta non riuscì a trattenersi e nonostante Quiete ben volentieri donò nuovamente parte della sua razione di cibo a Slealtà, Tempesta si scatenò e fu il caos. Misericordia si alzò e andò via; Onestà, sua grande amica qual'era, la seguì senza indugi insieme a Benevolenza; Quiete, giunti al punto, si piantò una coltellata in petto. Mentre tutti litigavano, fra le urla e le accuse si levò la voce di Ipocrisia:
"Va ancora tutto bene..."
Ognuno di loro andò via lasciando alla Vita doni e grazie. Inaspettatamente però qualcuno si avvicinò alla tavola imbandita: silenziosa prese posto Solitudine e, fra un morso e l'altro, si rese conto che la sua natura non era poi così sciagurata. Ghignò soddisfatta, mentre dalla sua bocca scolava grasso di maiale...

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