martedì 10 novembre 2015

Mercante in fiera

Senza che ci venga chiesta opinione di genere, troviamoci gettati in un mercato fatto di carne ed ossa, vagando senza meta alcuna, osservando e valutando merce d'ogni sorta o maniera. Fra strade strette e incroci privi di semafori, la precedenza è di chi se la prende, di forza se necessario, non riuscendo a distinguere gli odori e i mille gusti delle bancarelle degli uomini.
Alcuni mettono in bella vista la propria merce migliore, altri se la cantano e se la suonano, spacciando emozioni prive di garanzie ma vendute a peso d'oro. A beneficio del rischio, per paura d'essere semplici viandanti, spinti dalla curiosità intratteniamo questo o quell'altro mercante, richiedendo i suoi più saporiti favori, freschi se possibile, dal produttore al consumatore. E inizia la compravendita, trattando al ribasso, sperando di portare via un alito di vita ai nostri concorrenti. Sogni, ambizioni, gioie e desideri, pezzi d'antiquariato vecchi quanto l'amore o il tradimento, in una fiera di relazioni che si rinnovano, illusi di rifarci il guardaroba mentre vestiamo dei medesimi stracci gli scheletri che dimorano negli armadi. 
Nel fantasmagorico e multiforme mercato dei rapporti umani una sola moneta di scambio rende possibile la compravendita d'anime: il tempo. Alcuni si adattano alle leggi della domanda e dell'offerta, vendendo e acquistando senza cuore, bilanciando bene entrate ed uscite. Altri regalano senza difetto né guadagno, dilapidando gioie e sorrisi incondizionatamente. Per essi non esiste altro riconoscimento che quello di amici.
Altri giocano la carta della seduzione, donne fatali per uomini assuefatti ai piaceri della carne. Natiche gustose e seni turgidi, una mano sul membro e l'altra sul portafogli, se godi ad occhi chiusi non rivendicare garanzie, incosciente fra le cosce d'una misera cartomante che maledice il futuro e ammalia il presente.
Balocchi e caramelle, prendi due e paghi uno, prendi tre e paghi quattro. Fiuto inganni fra le essenze profumate dei commercianti d'aria fritta, imparando a comprendere le immanenti abilità di codesti parolai, tessitori di insidie e tranelli, vincitori immorali d'una vita che non è obbligata a premiare chi è giusto.
Quasi abbellisco la mia tenda ed espongo la mia merce variopinta, bedda ri fora e tinta ri rintra!

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