lunedì 13 maggio 2013

Orgoglio e pregiudizio



Ok, non chiedetemi cosa ho cercato su google per trovare questo giochetto perché non ve lo dirò. Vorrei comunque rassicurare la mia ragazza e dirle che tutte le volte in cui è uscita fuori una tetta o un culo mi sono girato dall'altra parte. Sul serio.

A parte questo, quante ne avete indovinate voi? Ammetto di aver sbagliato qualcosina, ma ho cercato di lavorare d'intuito. Effettivamente alcune volte l'ascella del bambino a fine test mi ha confuso un po', però diciamo che me la sono cavata. Ho giocato d'intuito, ripeto, ho giocato d'intuito, come chiunque di voi suppongo.
Purtroppo è evidente che, non sapendo distinguere bene tramite lo scorcio di figura di cosa realmente si trattasse, siamo costretti a rispondere giudicando prima ancora di poter conoscere. L'ignoranza gioca d'anticipo e l'unico modo per aggirare l'ostacolo è il PREGIUDIZIO. Letteralmente da etimo.it

"pregiudizio e pregiudicio = lat. PRAE JUDICIUM giudizio antecedente ed anche giudizio anticipato composto di PRAE avanti JUDICIUM giudizio. Falsa opinione precedente dal giudicare prima di conoscere bene la cosa; quindi il danno che ne deriva".

Falsa opinione precedente dal giudicare prima di conoscere bene la cosa. E' un sedere, o forse un seno, o magari no, aspetta, sì, è un sedere. No, era un seno. Ma quante volte avete fatto centro?
Nonostante il termine "pregiudizio" abbia preso un'accezione fortemente negativa, è innegabile che le nostre vite e le nostre scelte siano condizionate, per la maggior parte dei casi dato che è più facile ignorare che conoscere, da valutazioni antecedenti la reale cognizione dei fatti e delle cose. 
Distinguo due differenti tipi di pregiudizio. Un pregiudizio sociale che si consolida sulla base delle esperienze di elementi di uno stesso gruppo nei confronti di un altro secondo cui, a causa dei comportamenti stereotipati di una delle due fazioni, siamo tentati a credere che nel tempo perduri la medesima impostazione di idee o di azioni.
Ad esempio: se secondo pregiudizio una donna al volante è un pericolo costante, circa il 90% degli uomini che vedranno sbagliare un parcheggio ad una donna penserà che tale mancanza sia dovuta alla regola secondo cui ogni donna al volante è realmente un pericolo costante (non abbiamo modo di conoscere il parere del restante 10% poiché parte del campione è stato investito durante la fase di manovra). 
Diversamente verrà giudicato l'errore di un uomo o una semplice distrazione impedendo che l'evento possa essere inserito in un contesto pregiudizievole o che implichi un comune sentire ormai consolidato.
L'altra natura del pregiudizio affonda le sue radici nell'esperienza, quella diretta e che ognuno di noi tasta nel corso della propria vita. Sotto un certo punto di vista è l'aspetto più nobile del pregiudizio che, come un sesto senso, ci guida verso la scelta più conveniente escludendo quanto, in passato, ha già deluso le nostre aspettative. 
Questo non significa che non esista alcun margine d'errore. In ogni pregiudizio, infatti, è insita la condizione secondo cui si ignorano i fatti ed ogni scelta che ne deriva, per quanto possa essere condizionata da elementi fondati nel passato, può essere priva di concretezza nell'immediato presente e sovvertire così ogni presunta certezza.
Se trovaste un autostoppista in mezzo alla carreggiata, vi fermereste?
Se veniste ripetutamente raggirati da un mercante, rischiereste di dare la vostra fiducia ancora una volta ad uno di loro? Nel primo caso il pregiudizio sociale secondo cui non è bene trascinarsi un autostoppista in macchina guiderebbe la vostra scelta.
Nel secondo caso il pregiudizio dettato dall'esperienza vi allontanerebbe da una probabile, ma non scontata, presa per i fondelli. 
Si chiama ancora una volta pregiudizio, è vero, ed è ancora una volta dettato dall'ignoranza, ma in quante occasioni nel corso delle vostre vite, anche inconsapevolmente, ha operato modificando il percorso delle vostre decisioni?
Io non allontano il pregiudizio, anzi, lo ammetto. Solo gli ipocriti dicono di non avere pregiudizi, solo gli sciocchi credono di poterli evitare. 
Quella di formulare un'ipotesi prima ancora che ne venga verificata la veridicità è una condizione necessaria del nostro pensiero. E' il fondamento di ogni scienza ed è antecedente ad ogni azione. Valutare è pregiudizio. Scegliere è il suo primogenito. Sbagliare è conoscenza.
Poi c'è ancora chi discute di pregiudizi sulla religione, sul colore della pelle o sugli orientamenti sessuali. Non esiste maniera più blanda per screditare un concetto vecchio quanto la notte dei tempi con il perbenismo falso e bugiardo dei giorni nostri...

"Si lusingava di essere un uomo privo di pregiudizi; e questa pretesa è di per sé un grande pregiudizio."

4 commenti:

Unknown ha detto...

Hai scritto benissimo, non si può fare a meno dei pregiudizi, ed è inutile negare che facciano parte della nostra stessa struttura mentale. Il tuo post mi ha fatto pensare a una serie di argomenti studiati qualche mese fa, a proposito di come riusciamo a far fronte agli stimoli che tutti i giorni incontriamo: semplicemente (per modo di dire!) categorizzandoli. La categoria è l'ancora di salvezza che ci preserva dall'incomunicabilità delle sensazioni, dalla caoticità di suoni e luci che di per sé non hanno alcun senso. Non hai idea di quanti psicologi e neuroscienziati abbiano cercato di formalizzare il processo di comprensione della realtà, nella sua accezione più generale: prendere uno stimolo e farne una percezione che abbia un significato, una storia, un correlato affettivo. Va da sé, come scrivi tu, che una categoria serve a riunire elementi simili, e al tempo stesso a chiarire i confini con ciò che è diverso, meccanismo che porta a semplificazioni anche radicali... il pregiudizio si basa proprio su questo, cercare di ricondurre un nuovo stimolo a qualcosa di già noto, con le semplificazioni grossolane che ne derivano, sia in termini di conclusioni che di aspettative. Esserne consapevoli è la risorsa più efficace che abbiamo, perché come non possiamo fare a meno delle categorie, non possiamo fare a meno dei pregiudizi. Se poi trasferisci tutto questo discorso a livello sociale, ottieni gli stereotipi; a questo proposito ci sono state ricerche interessantissime sui meccanismi di base dei pregiudizi sociali, qualche volta ne dobbiamo parlare XD Scusa se mi sono fatto prendere troppo la mano, ma questi argomenti mi interessano un sacco ahahah
Simone

Andrea ha detto...

ma nel caso specifico (tette culi ecc..) sei sicuro che si tratti di pregiudizio e non di semplice fantasia sessuale...? la stessa che ti fa vedere quello che c'è sotto i vestiti per intenderci :) sì sono un pò terra terra...ma in effetti sono anche uno pieno di pregiudizi. Bella dottò!

Pierpaolo ha detto...

Ciao Simo! Ho apprezzato veramente tanto il tuo commento e dà un contributo importante al post portando la teoria degli studi nel mio scritto fatto di grossolana pratica. Forse non te l'ho mai detto, ma ti ascolto (e ti ho letto adesso) sempre rapito dal fascino con cui maneggi gli argomenti di cui parli. Questo deriva dal semplice fatto che sai sempre ciò che dici, non ti improvvisi né lasci alle chiacchiere il compito di rendere interessante la conversazione. Sei pieno. Ecco, sì, sei pieno. Sono felice dell'amicizia che ci lega e sono sicuro che hai tanto da darmi a livello umano e cognitivo. Spero di ritrovarti spesso fra i commenti e fra i post, i tuoi pensieri sono sempre graditi...
Un saluto anche dalla bionda, a presto e stammi bene

Pierpaolo ha detto...

Aspetta un momento, la fantasia che ti fa vedere sotto i vestiti è perversione... Ti sei un po' lasciato trasportare dal giochino eh :)
Bella tu e a presto!

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