mercoledì 30 marzo 2011

Io, Pierpaolo Pirruccio

Non ci sono dubbi su quale possa essere la mia persona anagraficamente parlando. So benissimo scrivere il mio nome, riesco a pronunciarlo e a ripeterlo senza avere alcun dubbio. Tutti mi conoscono attraverso il mio nome. Chiamano il mio nome, insultano il mio nome, ridonono sentendo dire il mio nome, associano il mio nome alla mia persona (nel bene o nel male).
Pierpaolo Pirruccio è un segno di riconoscimento. 
Pronunciando il mio nome e cognome riconoscono oggettivamente la mia esistenza pur avendo una soggettiva interpretazione del mio Io. E allora il nome diventa mera etichetta al pari delle marche che trovi stampate sulle confezioni delle mozzarelle. Associando quella determinata casa produttrice a quella comprovata qualità vai sul sicuro e non ti preoccupi di assaggiarne altre. Ma non tutti hanno la tua stessa opinione sul medesimo prodotto e sarà il personalissimo parere delle papille gustative a fare la differenza fra un'acquisto e l'altro.
Pierpaolo Pirruccio. La mia etichetta. Dietro l'etichetta, oltre alla data di scadenza fondamentalmente inconoscibile, ristagnano le molteplici realtà che gli occhi della collettività si sono fatti della mia persona. L'esperienza, o ciò che ho lasciato intendere di me al mio interlocutore, al mio amico o al semplice conoscente, ha classificato in linea di massima quella che presumibilmente è la mia forma mentis. La mia. Il singolo. Esperienza. Mia. Io sono così. Sono galante, cortese, simpatico, odioso, maleducato, intelligente, ignorante, stupido, inetto, imbecille, incapace, capace, semplice, coraggioso, timoroso, tenace, titubante, falso, ipocrita, vero, sincero. Io sono agli occhi dell'essere ciò mi è stato dato di essere dall'altrui essere. E di conseguenza, per la legge commmutativa, anch'io ho dato a quel determinato essere fattezze che quello stesso essere mi ha portato a dargli, cadendo in un circolo vizioso di realtà relative pronte ad essere sovvertite da nuove ed opposte esperienze. E allora, mi chiedo, in questo concepimento di un tutto che alla fine risulta essere niente, IO cosa diavolo sono?
Potrei tranquillamente aggrapparmi alla MIA concrettezza, sapendo di essere ciò che IO per ME STESSO ho deciso di essere. Ma il punto è proprio questo: tutte le volte che cerco di aggrapparmi ad una verità cado nella mia stessa finzione. Tutte le volte che pongo salde certezze nel mio comportamento ricado nella più astrusa contraddizione. E' destino che io debba accontentarmi della sola e infima certezza della mia etichetta? Pirruccio Pierpaolo?
Ma di cosa si può essere sicuri? Siamo figli del caso. Di un caso fortuito che non abbiamo nemmeno scelto noi. Mi ritrovo Italiano, Cristiano, con un'adorabile e splendida famiglia (grazie a Dio; potrei anche dire grazie a Buddha o grazie a Maometto, dipende). Avrei potuto essere qualsiasi altra cosa. Ok, lasciatemi almeno il beneficio del dubbio. Ma come si fa ad avere piena coscienza di sé? Eppure ora che sono, che esisto,  non posso rigettare me stesso nel mio stesso relativismo. In fin dei conti continuiamo a conoscerci per esperienze, per gradi, con gli opposti dietro l'angolo. E allora, ripeto, di cosa siamo REALMENTE ed OGGETTIVAMENTE sicuri? Quanto l'opinabile natura della vita ci rende falsi per noi stessi e per gli altri?
E' tutta colpa di Pirandello...

7 commenti:

Luigi ha detto...

e di Kant...

Sara ha detto...

Mi chiedevo che fine avessi fatto e voilà.. eccoti qua con un post interessante!
"Ma come si fa ad avere piena coscienza di sé?"
Bella domanda!
Io so che ci sono che esisto e che vivo... il passato non ha più peso, assaporo l'attimo e non vivo in prospettiva... ho coscienza di me? Sinceramente non lo so..

Bel post!

A presto!

Sileno ha detto...

In un mondo nel quale sei classificato solo per la capacità di spesa, avere e essere riconosciuti con un nome è già un grosso traguardo.
Un augurio sincero perché tutto il tuo futuro sia riconosciuto positivamente per il nome che porti.
Ciao

il mio orto sul balcone ha detto...

nel momento in cui capisci di avere piena coscienza di te...allora devi ricominciare da capo il lavoro perché sei giunto al culmine della costruzione dell'idea di te!
il alto positivo è che ricominciando da capo puoi cambiare radicalmente ciò che credi di essere. ti pare poco??
ciao, cristina

Pierpaolo ha detto...

@Luigi

Kant? Non voglio averci nulla a che fare...

@Sara

Anch'io so che esisto e che vivo... Ma mi porto dietro contraddizioni che a volte mi stanno strette... Crollo improvviso di capisaldi... Credo faccia parte del gioco... :) Grazie per la tua sempre puntuale presenza! A presto!

@Sileno

Grazie... E' un augurio molto bello il tuo... Apprezzo e ricambio... Saluti :)

@Ceppina

Sono in cerca di una stabilità che, in fin dei conti, mai si concretizzerà...
E poi, per restare in tema "Pirandello", "la realtà d'oggi è destinata a scoprire l'illusione domani. E la vita non conclude. Non può concludere. Se domani conclude, è finita."
Saluti Cristina e.... BENVENUTA!

Anonimo ha detto...

QUESTO TRA UN PO' ANDRA' DA ME MA MI SEMBRA ADATTO QUI, LA COLONNA SONORA MI PIACE.
Dicono sia breve il viaggio
su binari mai scelti
ma sovrapposti alle nostre destinazioni.
Volevo una vita in montagna
questo vagone mi porta a mare.
- In carrozza, signori
con o senza biglietto, su, salite.
Il prezzo di andata è offerto
dal destino.
I paesaggi dal finestrino
non sono mai quelli che si vorrebbero vedere.
Solo brevi scorci di vita una tantum
tanto per tenerci vivi.
Dove è diretta lei, signora?
- Dice a me? E' per me quel "Signora"?
- Non so dove vado, ma so che devo andare.
- Sì, ma dove?
- Lontano lontano, molto lontano.
- Sì, ma lontano dove?
- Il punto più lontano per poi non ritornare più.
- Le farò compagnia sull'ultimo vagone
per i prossimi 50 anni
a dormire in attesa che l'abbonamento scada.

Forse scriverò poesie
o magari farò l'amore
tutto il tempo.
Forse aprirò un blog
come diario di bordo di
poche certezze.

Pierpaolo ha detto...

Bentornato Zio :))))))

Posta un commento

Lascia un pensiero

 
;