lunedì 24 gennaio 2011

Dall'insignificante al problema esistenziale...

Un sabato sera qualunque. Un distensivo e rilassante sabato sera con gli amici; un sabato sera in cui sorridi, ridi e ringrazi la vita di averti permesso di usufruire così gratuitamente di quegli adorevoli momenti. E come condividere insieme quella medesima fortuna, quelle medesime gioie se non godendo dei piaceri dello stomaco allo stesso tavolo?
Parte così, in maniera piuttosto semplice e banale la nostra serata. Optiamo per il ristorante cinese. Adoro così tanto la cucina cinese. Non ho mai mangiato un piatto, assaggiato un sapore che potesse destare il mio disgusto. Mi incanta l'ambiente, l'arredo che mi circonda, l'opposto modo di concepire la vita che tanto rende così diverso l'Oriente dall'Occidente. Non c'è dubbio, si parte. Finalmente giunti a destinazione gli odori, che tanto da altri vengono denigrati quanto da me esaltati, intaccano le mie narici. Li' s'insinuano e li' staranno per tutta la serata. Apro' il menù e come sempre le innumerevoli varianti di saziarmi rendono alquanto arduo il compito di fare delle scelte. Scelte che si escludono a vicenda. L'una taglia fuori l'altra. L'altra taglia fuori l'una. Felice di aver finalmente preso delle decisioni, mi rattriso per le altre portate ingiustamente scartate. Purtroppo la vita è fatta di varianti. Prendi e rinunci.
Incazzato nero per la fame il mio stomaco si lamenta e impreca contro me stesso. Non riesco a capire bene il suo linguaggio fatto di grugniti ma ho imparato a comprendere le sue esigenze.
Finalmente arrivano le portate, ancora fumanti tra l'altro. Guardo i miei piatti di involtini primavera e verdure fritte ma qualcosa ritarda "nel primo gusto il mio vital nutrimento". E' la vescica capricciosa che proprio non riesce ad aspettare.
Mi alzo, vado in bagno. Insieme a me lo fanno altre 2 persone, un uomo e una donna. Arrivo per primo, la donna entra, l'uomo no. Piscio, esco. Nel frattempo esce pure lei (molto carina devo dire, sui venticinque anni, roba inarrivabile per me) e contemporaneamente si avvicina alla toilette un simpatico anzianotto costretto ad aspettare che il bagno per uomini si liberi.

Mi guardo intorno. La donna avvenente si avvicina al lavandino e si lava delicatamente le mani. Osservo di sfuggita l'anzianotto, un po' indeciso, poi mi avvicino anch'io al lavandino e mi insapono per bene. Mentre mi lavo penso:

"Ma che diavolo sto facendo, in casa mia non mi sono mai lavato le mani dopo aver fatto pipi'. Voglio dire, me le lavo dopo la pupu', ma non dopo la pipi'. SONO UN GRAN FALSONE... Voglio far credere a sti due tizi di avere un certo grado d'igiene quando invece se fossi stato da solo non me le sarei lavate... CHE RAZZA DI IPOCRITA..."

Ora, prima di biasimarmi e prendermi per sporcaccione voglio chiedervi: quanti di voi si lavano le mani dopo aver fatto pipi'? Siete così scrupolosi di voi stessi quando siete soli? La presenza del prossimo muta il vostro comportamento?


Gravi furono le conseguenze di quel piscio così apparentemente insignificante...

3 commenti:

Nicole ha detto...

Ahahahah...Troppo forte! Pensa che io in montagna da ragazza, quando c'era la neve , mi piaceva fare pipì per vedere poi il fumo. ( Oddio ci rinchiudono a me e a te).
Credo che in pochi si lavano le mani dopo aver fatto pipi' e se vogliamo pure pupù:( Io sono una fissata e non faccio testo.
Ah adoro la cucina cinese, ma devo fidarmi del locale ( per via dell'igiene).

Nicole ha detto...

Ah dopo quello che hai scritto, se ti incontro poi uso il disinfettante per le mani...:))))))

Pierpaolo ha detto...

ahahhahaah... saranno in tanti a farlo dopo aver letto il post... :P

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